Djokovic, addio pure a Stepanek Lendl con Zverev?
●Nole senza pace: prima Agassi, poi il ceco ingaggiato a novembre. Ivan pronto a tornare
Un altro giro di giostra. E chissà se Djokovic un giorno sarà in grado di scendere e comprendere finalmente se il valzer malinconico cui si sta sottoponendo da nove mesi richiede soluzioni tecniche oppure mentali. Intanto, l’ex numero uno del mondo, quattro giorni dopo l’addio del superconsulente Andre Agassi, annuncia la separazione pure da coach Stepanek, il ceco ingaggiato a fine novembre e suo compagno d’avventura solo per tre tornei: Australian Open, Indian Wells e Miami. Un sintomo ulteriore del momento delicato del Djoker, che sembra davvero smarrito tra la foga di voler provare a essere ancora competitivo forzando i tempi del recupero e la consapevolezza di un interesse quantomeno mutato verso il tennis.
IN SCADENZA Nole ha affidato la notizia del divorzio a un comunicato social abbastanza impersonale: «Dopo il torneo di Miami, Novak Djokovic e il suo coach Radek Stepanek hanno deciso di terminare la loro collaborazione. I rapporti privati con Stepanek rimangono ottimi, e Novak ha apprezzato il lavoro svolto e il fatto di aver potuto imparare da lui; gli rimarrà grato e riconoscente per tutto il sostegno che ha ricevuto da Radek nel recente periodo. Novak è concentrato sull’obiettivo di tornare forte dopo un lungo periodo di stop per infortunio che ha inficiato la sua fiducia e il suo gioco, e cerca con passione di trovare nuove e diverse strade per ritornare a vincere. Djokovic beneficerà di una breve vacanza con la famiglia prima di iniziare la preparazione in vista della stagione su terra battuta. Anche la collaborazione tra Novak e Andre Agassi si è conclusa». A parte la freddezza con cui viene liquidato il rapporto con l’ex Kid di Las Vegas, niente lascia intendere quali saranno le scelte immediate. I media serbi spingono per un ritorno dello storico coach Vajda, ma intanto Novak, ora numero 13, nella stagione su terra (dovrebbe tornare a Montecarlo) difende ben 1500 punti dei 2310 che ha in classifica.
TUTTI LO VOGLIONO Addirittura, la possibilità che Ivan Lendl voglia rimettersi su piazza ha lasciato per aria suggestioni al momento senza sostegno, anche perché il vincitore di otto Slam in questi giorni è stato accostato a Zverev. E’ bastato che il ceco ormai americano apparisse a un match del Next Gen a Miami (Ivan vive in Florida, peraltro) per far volare la fantasia, ma sicuramente sussistono fondamenti tecnici e al momento Sascha, abbandonato Ferrero, si è affidato al fratello. Lendl, alla guida di Murray (nel loro primo connubio, più che nel secondo), gli ha affinato la dote che fin qui è mancata al talentuoso tedesco, cioè la capacità di affrontare con la mentalità e l’approccio corretto i tornei dello Slam. Si tratterebbe di un impegno part time (ha rifiutato di seguire Berdych che gli chiedeva il tempo pieno) che consentirebbe a Sascha di non troncare di netto i legami con la famiglia (il padre primo coach, la madre dietologa e fisioterapista e il fratello tutor-compagno di allenamenti), anche se la severità di Ivan è risaputa e sarebbe curioso conoscere se il metodo dei passi (ne devi fare 5000 per punizione se lanci una racchetta, 3000 se hai il cappellino all’indietro, 1000 se sei in ritardo) sarebbe accolto con lo spirito giusto da una testa piuttosto calda come Sascha. Intanto pure Raonic sta facendo la conta: Ivanisevic o Bjorkman? Perché ormai i coach sono più preziosi dell’oro.