È calcio sprint made in Klopp Fulmine Mané ma è Firmino la chiave Reds
●Il 4-3-3 degli inglesi vive sulle fiammate degli esterni e l’equilibrio del brasiliano L’anello debole? In porta...
Bello il calcio di Klopp, incredibili i 39 gol di Salah, spettacolari le cavalcate di Mané, ma la pedina fondamentale nello scacchiere del Liverpool è un brasiliano atipico, non a caso definito il «motore» della squadra: Roberto Firmino, 26 anni, originario di Maceiò, città del Nord-Est in riva all’Oceano Atlantico, con il più alto numero di omicidi per abitante. Firmino, che ha violato la legge solo una volta per aver superato i limiti alcolici alla guida dell’auto nel dicembre 2016, è un ragazzo tranquillo, ma determinato. È il leader silenzioso dei Reds, dove è approdato nel 2015 dopo gli esordi nella Figueirense e le cinque stagioni trascorse nell’Hoffenheim, più lungimirante del Marsiglia che nel 2009 lo scartò dopo un provino.
IL MOTORE DEI REDS Firmino è il collante centrocampo-attacco. È una delle chiavi principali del 4-3-3 kloppiano e l’elastico tra i due esterni d’attacco, dove in una gara di sprint tra Mané e Salah serve probabilmente il fotofinish per stabilire il vincitore. Firmino è un formidabile recuperatore di palloni: due recuperi contro il Manchester City sono stati da applausi. Gioca per la squadra, ma se arriva la grande occasione non perdona: il 2-1 alla banda di Guardiola, approfittando dell’errore di Otamendi e infilando senza pietà Ederson, è uno spot del suo senso della rete. Firmino, pagato 41 milioni di euro dai Reds, ha avuto qualche difficoltà nei primi mesi a Liverpool. Brendan Rodgers lo utilizzava come esterno mancino d’attacco. L’arrivo di Klopp, che conosceva bene le sue caratteristiche, è stato provvidenziale: è bastato spostarlo al centro per cambiare il vento. Nelle sue 134 presenze, ha firmato 47 gol: più della metà, 24, sono maturati nella stagione in corso, in assoluto la migliore della sua carriera. Il popolo dei Red lo chiama «Bobby» o «Engine», il motore. «Non avevo mai giocato in questa posizione, attaccante di movimento – ha spiegato in un’intervista pubblicata dal sito del Liverpool lo scorso gennaio –. È stato Klopp a prendere questa decisione, chiedendomi di muovermi molto per aiutare la squadra e la cosa non mi dispiace. Mi chiamano il motore e mi sembra una definizione giusta».
IDENTIKIT Il Liverpool perde la sua forza andando all’indietro: fortissimo in attacco, forte a centrocampo, discreto in difesa, migliorabile in porta. Non a caso uno degli uomini in cima alla lista dei desideri degli uomini mercato Reds è il romanista Alisson: Karius non ha ancora convinto al cento per cento. La retroguardia è stata rinforzata a gennaio con il gigantesco olandese Van Dijk, pagato 84 milioni di euro. Lovren, discusso nella prima parte della stagione, è tornato a buoni livelli.
LA SORPRESA Le due gare contro il Manchester City hanno messo in vetrina l’ultima scoperta di Klopp, l’esterno destro Trent Alexander-Arnold, 19 anni e personalità a vagoni. Ha superato a pieni voti l’esame del duello con Sané e in Inghilterra già reclamano la sua presenza nella lista di Southgate per il mondiale di Russia. Forse è presto, ma se non si monta la testa Alexander-Arnold vivrà una bella carriera.
RETROGUARDIA Nel Liverpool a trazione anteriore la difesa è discreta e il portiere Karius non ha convinto: il sogno è Alisson
NUMERI Il Liverpool ha giocato 48 gare finora: 28 vittorie, 14 pareggi, 6 successi. L’ultimo k.o. risale al 10 marzo, 1-2 in casa del Manchester United. L’usura e la panchina limitata sono un problema da non sottovalutare: contro la Roma mancheranno Can, Matip e Lallana.