Ma quanti sprechi È tornato il mal di gol: terza partita a zero
●A raffica con Samp e Verona, poi l’Inter si è fermata E per fortuna che la difesa ora tiene
Buon per Spalletti che la difesa – un gol subìto nelle ultime sette uscite – tiene bene, aggrappata al mestiere di Miranda, alla fisicità di Skriniar, all’abnegazione di D’Ambrosio e al solito miracolo di Handanovic. Il problema dell’Inter però è tornato ad essere il mal di gol. Dopo l’abbuffata contro Samp e Verona, i nerazzurri si sono persi in un mare di sprechi e per la prima volta in campionato sono rimasti senza segnare per tre gare di fila, come non succedeva dal febbraio 2012. Un tris a secco c’era già stato a cavallo di Natale, ma col derby di Coppa Italia tra la sconfitta col Sassuolo e lo 0-0 con la Lazio. Quello di ieri tra l’altro è il sesto pareggio senza gol dei nerazzurri, il quarto in trasferta, dove peraltro nelle ultime 9 sono fermi a una vittoria, con 8 punti sui 27 disponibili. Un bilancio ben poco da Champions.
POCO GIOCO Le due strisce senza reti però sono diverse tra loro. In dicembre l’Inter era sulle ginocchia. Ora invece la squadra ha ritrovato condizione e gioco. O almeno, questo si era visto contro il Milan e il Torino quando i bulimici ragazzi di Spalletti avevano costruito tantissimo ma si erano persi sul più bello. Incredibili i due gol mangiati da Icardi nel derby, mentre Sirigu era stato di gran lunga il migliore in campo nel match con i granata. Ieri invece l’assenza per squalifica di Brozovic ha indotto il tecnico toscano a stravolgere la squadra. Temendo di andare sotto in mezzo al campo con il compassato Borja al posto del croato, ha ridisegnato la squadra con la difesa a tre, ma di fatto messo fuori ruolo diversi giocatori. Le occasioni non sono comunque mancate nemmeno contro i ragazzi del Gasp, ma sono state frutto più di casualità che di azioni corali: prima per due amnesie difensive degli avversari e poi perché quel pressing furioso di Freuler e compagni non poteva durare 90’. Ma resta il fatto che Perisic non ha trovato lo specchio in modo suicida sul lancio di Gagliardini, che Rafinha ha calciato in curva un babà servitogli da Icardi e che nel finale sempre Perisic poteva essere più cinico almeno due volte.
SOLO IN DUE Il tempo dirà se questo pareggio è da buttare o meno (Miranda però lo ha definito «un pessimo risultato»), ma resta il secondo sorpasso Champions mancato nel giro di 7 giorni quella brutta sensazione di dipendenza da Icardi e Perisic, quelli che segnano due gol su tre. Lo score infatti resta fermo a 33 gol (24 l’argentino, 9 il croato) sui 50 totali. Candreva – ieri ha pesato pure la sua assenza – è ancora a secco, come Gagliardini. Gli altri centrocampisti sono fermi a 6. Ed è ora che si dia una mossa anche Rafinha. Quell’errore, col sinistro che si ritrova, non è concepibile.