La Gazzetta dello Sport

L’attimo no di Ciro Edin ancora stregato dal tabù biancocele­ste

●L’azzurro ha una sola occasione e la spreca malamente Il bosniaco non segna alla Lazio per la sesta volta di fila

- Davide Stoppini

È

tutto un attimo, questo derby. Lo spazio di un minuto, un minuto a testa, niente di più. Perché hai voglia a cercare con la torcia protagonis­ti che non lo saranno mai. Ciro ed Edin arrivavano a questa serata con il peso della storia che diceva: mai, in un incrocio capitale di campionato, s’erano affrontati due attaccanti con 41 gol nel portafogli­o. Puff, un attimo e ti trovi col portafogli­o vuoto, la prossima pagina di storia da scrivere quando torna il professore. In campo, all’Olimpico, un’ora e mezzo di buco. Immobile e Dzeko restano a secco, è questa la novità di una volata Champions che per una sera s’è fatta con la bicicletta: un passettino in avanti, nulla più, nulla più di un attimo.

QUI CIRO L’attimo di Ciro è arrivato dentro una partita anonima, preso com’era il centravant­i della

Lazio a fare a sportellat­e e pedate con i difensori della Roma, ancor più che a cercare l’uno due vincente con i suoi trequartis­ti. Eppure a metà del secondo tempo, quando Milinkovic era riuscito a scucchiaia­re un pallone sotto la Nord, ecco Immobile e un esterno destro un po’ maldestro, pallone largo. Tutto qui, l’attimo di Ciro, unico tiro della sua partita, al 21 del secondo tempo. Un po’ meno scugnizzo per una sera, forse perché avrà scoperto un timore reverenzia­le: non se l’è sentita di superare Dzeko nel numero di gol stagionali, dopo che a Saliburgo l’aveva agganciato a quota 39. Forse è rimasto con la testa dentro quell’appello lanciatogl­i dai tifosi a Formello, nelle ore prima del derby: carica a mille fa sempre scopa con carica eccessiva.

QUI EDIN L’attimo del centravant­i di qua, bosniaco e gialloross­o, è tutto in sessanta secondi di fuoco quando qualche tifoso abbandonav­a già lo stadio e qualche compagno già pensava allo shampoo della doccia. Bum, colpo di testa e parata di Strakosha. Bum, altra testa e traversa. Bum, missile da fuori area e pallone che stavolta il palo lo liscia di poco. Prima e dopo, tanta fatica e tante sponde, regista occulto di una Roma che al termine della settimana santa non riesce a renderla santissima. Magari era scritto lassù, perché certo viene da farsi qualche domanda se nel pomeriggio era finito 0-0 anche l’altro derby di Dzeko, quello di Sarajevo tra l’Fk e il suo Zeljeznica­r. Non era giornata di gol, la Lazio resta un piccolo tabù perché ora diventano sei i derby di fila senza una gioia per Edin. Occhio, mica è finita, la corsa continua. Diventa una gara a tappe, più che una classica da 90 minuti e via: sei giornate, Ciro ed Edin avversari e il terzo incomodo Icardi che fa il loro stesso mestiere e osserva più che interessat­o. Con una certezza: non si finisce con il 41, non è quello l’autobus giusto. A Lazio e Roma servono altri gol per garantirsi l’Europa che pesa per il prossimo anno. E non cercateli altrove, sarebbe tempo sprecato.

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IL NUMERO

Le partite di fila di Serie A nelle quali il romanista Patrik Schick non ha mai trovato il gol

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LA SFIDA
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