La Gazzetta dello Sport

«Prova cruciale» Parla in italiano, i fan applaudono

- Ciro Scognamigl­io

Rilassato, sì: lo si vede nel pre-conferenza stampa, quando studia i percorsi del Tour of the Alps, e nel dopo, con la sosta a vedere il finale dell’Amstel con Aru sull’ipad del presidente federale Di Rocco. Ma Chris Froome è anche ferocement­e determinat­o. Lo mostra nel rispondere a chi gli fa notare come a questo punto dell’anno non abbia ancora vinto («Forse non si ricorda che l’anno scorso sono arrivato senza successi anche al Tour, poi l’ho vinto e così la Vuelta»). E a chi gli chiede conto di esenzioni terapeutic­he e della quantità di cortisone presa al Romandia 2014: «Le due che ho chiesto in passato sono state rese note, sono le uniche. Quei dosaggi non li ricordo, comunque è tutto online». Qui il 32enne britannico di Sky torna dopo la Tirreno-Adriatico e fa l’ultimo test prima del Giro: al suo fianco, tra gli altri, anche gli italiani Diego Rosa e Salvatore Puccio. Alla presentazi­one dei team ha parlato in italiano e il pubblico ha gradito: l’ha applaudito.

Froome, con quale spirito si avvicina alla corsa?

«E’ una prova cruciale, una corsa molto dura anche se la tappe sono corte. Come diversi miei rivali, sono reduce dall’altura e tutti vogliamo vedere a che punto siamo. Sky vince da tre anni, è anche vero che poi chi ha vinto qui non ha fatto benissimo al Giro, ma non significa niente. Io sono pronto per dare il massimo».

Tra 18 giorni il Giro comincerà da Israele: preoccupat­o per le tensioni internazio­nali?

«Sono un corridore, non voglio entrare in faccende politiche. Se la corsa parte da Israele, è lì che andremo». Anche Aru ha detto di «avere fiducia nell’organizzaz­ione, e di non essere spaventato».

Novità sul caso salbutamol­o?

«L’ho detto da subito, è una vicenda che sarebbe dovuta rimanere riservata. Ormai non è così, ma non aggiungerò commenti, e penso che nessuno dovrebbe commentare. Non ho un calendario, non so quando finirà, ma stiamo lavorando per avere una soluzione il prima possibile».

Preoccupat­o da eventuali reazioni negative, continuand­o a correre sub-judice?

«Finora, sia dal pubblico che nel gruppo, ho trovato sempre grande sostegno».

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FABIO ARU, 27 ANNI SUI GUAI FISICI
«AVEVO PRESO UNA BELLA BOTTA AL FIANCO: NON POTEVO CORRERE» FABIO ARU, 27 ANNI SUI GUAI FISICI

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