Venezia stoppa Brescia con l’infallibile Peric e resta a -2 dall’Olimpia
Vincendola prima con l’energia, fino al +23, e poi con la testa, quando i punti da difendere erano rimasti solo 5, Venezia tiene il passo di Milano nella settimana in cui il calendario del rush finale le sorrideva meno, contro Brescia che veniva a giocarsi le sue chance di secondo posto. Finisce per essere la serata che legittima le ambizioni sia della Reyer, al successo numero 13 in 15 partite (un girone praticamente), che della Leonessa: l’una per aver vinto (e a lungo convinto) e l’altra per essere tornata in partita, nonostante chi c’era di fronte. Il livello esibito di spigoli e gomiti è stata la prova generale playoff delle due squadre col miglior coefficiente difensivo in A con Milano: mai Venezia aveva vinto segnando solo 68 punti, e di là mai in stagione Brescia ne aveva fatti solo 61. Peraltro divisi atipicamente, 34 in 28’ e 27 negli ultimi 12’. Perché sono state due partite: quella dominata da Venezia e quella della rimonta di Brescia ma vinta di nuovo dai tricolori.
FUGA La Leonessa delle 4 vittorie di fila, 8 in 11 partite, di fronte a un diverso livello difficoltà ha cominciato con 1/10 da tre al 30’ e 9 palle perse al riposo (era la squadra che ne perdeva meno di tutti in A, 11,7). Merito di Venezia, pure stretta tra i due impegni di coppa (giovedì il ritorno della semifinale di Fiba Europe Cup), capace di togliere dalla partita Luca Vitali. Il simbolo è un brano di fine terzo quarto con Haynes prima linea, Watt seconda a stoppare in area, e sulle linee di passaggio Bramos, sostanzioso al rientro. È lì che il controllo della partita, già sul 30-16 al 15’, è diventato dominio, tenendo Brescia 4’ senza segnare, con un break di 19-4 in 6’ per volare 57-34 al 28’30”. «Ci abbiamo messo troppo a capire come giocare – dice il coach bresciano Andrea Diana, che ha rinviato l’esordio di Cotton –: aggredendo, mettendo le mani addosso siamo rientrati, perché siamo una squadra. Ci servirà per il futuro».
RIMONTA Provando ad alzare i ritmi per trasformare in attacco quello che la difesa non ha mai smesso di produrre, il tentativo di Brescia di rendere la sconfitta più onorevole è diventato una rimonta: 18-2 in 5’ per il 59-52 al 34’, poi fino al -5 e la tripla del possibile -2 sbagliata da Landry a 3’ dalla fine, insieme a qualche libero di troppo. In un quarto periodo da 1/9 al tiro e 9 perse, Venezia l’ha condotta in porto con lo spessore di Peric e i suoi 4 liberi nel finale. «Ogni volta che vinciamo si storce la bocca – dice Walter De Raffaele, coach dei campioni –, ma abbiamo fatto una grandissima partita contro una grande squadra. Poi abbiamo pagato errori stupidi, ma sempre in controllo: per questo ho il rammarico di non aver ribaltato il -19 dell’andata».