Il «pupo» Barrow più il Papu Gomez L’Atalanta trova un’eurovittoria
● Apre Freuler, chiude Gomez: speranze ridottissime per i campani, confusi e affondati
Il marchio a fuoco sulla retrocessione del Benevento, affondato per 3-0 contro l’Atalanta, sarebbe apposto già da mesi, però i numeri (15 punti dalla Spal a 5 giornate dalla fine, con lo scontro diretto alla 36a) lo tengono ancora attaccato alla macchina della Serie A. Gasperini si vede più vicino al traguardo europeo, De Zerbi ingoia un altro boccone amaro.
DIABATÉ, CHE MOSTRO! La sconfitta numero 27 in questo campionato allarga la piaga da decubito in ultimissima posizione della creatura di Roberto De Zerbi, che sorprende sempre più, proponendo – per i tre impegni da gestire in 6 giorni – un turnover corposo nel 3-4-2-1, con sette novità rispetto all’ultima esibizione. L’ennesima battuta d’arresto è quasi una fotocopia di altri tonfi registrati nel percorso verso il ritorno in B. Perché, prima di cedere sotto i colpi, di qualità, dell’Atalanta, Viola e compagni costruiscono almeno due occasioni per andare in vantaggio. E se in avvio, sull’incornata di Venuti è bravo Gosens ad allontanare il pericolo, invece è grossolano l’errore di Cheick Diabaté, sì proprio il bel «Mostro» del Benevento, capace, prima di questa gara, di firmare 7 reti, con tre doppiette consecutive, in 248 minuti. Dopo un numero spettacolare di Brignola (in velocità aggira Masiello e serve il compagno sulla corsa), il maliano si ritrova davanti a Berisha e azzarda un goffo pallonetto, sprecando
l’occasionissima.
ATALANTA, SI ACCOMODI… Come successo in numerosi altri incontri, la formazione sannita finisce sepolta sotto il peso dei suoi limiti. E subisce la rete dell’Atalanta, con Freuler, che aspetta il frutto invitante di uno scambio tra Petagna e Cristante, elegante e altruista nel dettare l’assist. Gasperini va alla sfida con De Zerbi schierando in modo speculare i nerazzurri, con Gomez e Cristante sempre pronti a supportare il terminale Petagna. De Roon e Freuler non fanno respirare i dirimpettai Viola e Del Pinto, così il Benevento poche volte può alzare il ritmo. A parte Brignola, De Zerbi conta solo su qualche accelerazione di Parigini. Altra musica può suonare Gasperini, che nella ripresa si gioca subito due cambi (Castagne e Barrow per Mancini e Petagna, ammoniti ma sostituiti più per una mezza bocciatura) e intravede la strada in discesa dopo il primo sigillo in A di Musa Barrow (19 anni), lanciato da De Roon, dopo errore in costruzione di Viola, e velenoso con un destro a giro che batte Puggioni.
SEMPRE AL FIANCO Il Benevento non c’è più, eppure il popolo del Vigorito non lo abbandona: sugli spalti cantano come se la «Strega» regalasse felicità. L’arbitro Ghersini rivede una sua decisione, seguendo il collega Doveri alla Var, per assegnare un rigore all’Atalanta, mandato poi alle stelle da De Roon, che scivola sul dischetto per un’esecuzione da dimenticare (tre penalty su otto falliti dai nerazzurri). Il 3-0 opera di Gomez, che s’infila tra Djuricic e Djimsiti, rilancia le quotazioni nella corsa per l’Europa League dell’Atalanta (oggi sarebbe dentro: ha perso solo una delle ultime undici gare in trasferta, con sette successi), arricchita dalle soluzioni-gol: sette marcatori per le ultime sette reti.
LA CHIAVE
I giallorossi sono a 15 punti dalla Spal e mancano 5 gare. Per Gasp soltanto un k.o. negli ultimi 11 match in trasferta