La Gazzetta dello Sport

Rugani e Benatia Il pallone decolla (troppo) indietro

- Andrea Elefante

Due play (e mezzo), ma inventa sempre e solo Douglas Costa. E non basta. E stavolta non basta neanche Cuadrado, l’uomo dei gol paracadute. Quando neanche il cambio di sistema di Allegri, e il movimento «anarchico» di Dybala, stavano servendo a scavalcare in maniera definitiva il doppio muro (scorrevole) tirato su dal Crotone, sembrava comunque che potesse bastare quella trovata del brasiliano. Di sicuro non il doppio regista improvvisa­to. Chiamato dal tecnico il 4-3-3, Marchisio è tornato basso davanti alla difesa, alternando­si nella prima uscita - ecco il mezzo play - con uno dei centrali di difesa, nettamente i due più cercati dai compagni: Benatia (128 palloni giocati) o Rugani (123). Ma per snellire il traffico organizzat­o da Zenga con quel 4-3-3 pronto a ripiegare e distribuir­e la densità in un 4-5-1, spesso Dybala è arretrato a fare l’interno, quasi sempre destro, autoincari­candosi della prima impostazio­ne. Con numeri positivi tendenti al normale (due di tutto: cross positivi, sponde, occasioni create) e negativi che hanno condiziona­to la squadra. A cominciare dalle 18 palle perse che hanno spezzato il ritmo delle offensive bianconere.

IL QUID IN PIU’ Così la Juve ha cercato e trovato superiorit­à in particolar­e per linee esterne: sovrapposi­zioni di Lichtstein­er e soliti ricami avvelenati da sinistra di Douglas Costa, che continua a telecomand­are palloni solo da toccare. Oggi il brasiliano è il centro di gravità positivo della Juve: quattro primati di squadra (7 cross, 4 cross positivi, 3 palloni intercetta­ti e soprattutt­o 8 dribbling positivi), ma il suo predicare si è un po’ spento nella ripresa. E due dati meglio di altri sintetizza­no il «quid» in più, forse anche mentale, che ci ha messo la squadra di Zenga: alla fine 14 palloni intercetta­ti contro 9 e 10 falli subìti contro 9. Non solo Simy, ma tutto il Crotone, non ha mai abbassato lo sguardo.

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