La Gazzetta dello Sport

Errore e reazione Gigio salva ancora il finale rossonero

●Ipnotizza Belotti dal dischetto, sbaglia l’uscita da cui nasce il pari, ma su Ljajic è strepitoso

- Luca Bianchin INVIATO A TORINO LA SUA PORTA

Il calcio è uno sport in cui si fa finta di giocare con i piedi. In realtà, conta la testa. Il Gallo Belotti e Gigio Donnarumma, amiconi non da ieri, spiegano il concetto all’inizio e alla fine di Torino-Milan. Prima i minuti finali, perché contano di più. La partita sta finendo quando Adem Ljajic si sdraia in area e da terra, un po’ alla Dybala, calcia all’angolo. Gigio Donnarumma da venti minuti convive con i sensi di colpa. De Silvestri ha pareggiato con un colpo di testa da centro area e lui in quell’azione è uscito a vuoto. Un brutto errore per tutti i portieri, soprattutt­o per uno alto come lui, lungo come lui. Gigio a un minuto dalla fine ha l’occasione per riscattars­i e non la perde. Si allunga su quel tiro di Ljajic e tocca con la punta delle dita: pochi centimetri in meno e il Toro avrebbe vinto, il Milan sarebbe rimasto a 53, la settimana avrebbe preso una brutta piega. Invece Gattuso deve ringraziar­lo un’altra volta, per un’altra paratona nel finale. Siamo a un’intensità 7 sulla scala Milik – quello di domenica scorsa era stato un miracolo da 10 – ma il salvataggi­o resta notevole.

L’OMBRA Per quella storia del potere della testa, chiedere a Andrea Belotti. Il 21 agosto 2016 aveva calciato un rigore contro lo stesso avversario, il Milan, contro lo stesso portiere, Gigio. Al minuto 96, pieno recupero, il Gallo aveva sbagliato e il Toro aveva chiuso senza punti la prima giornata del suo campionato. Quando Maresca dà rigore al Torino e Belotti va a calciare, ci ripensano tutti: sono passati meno di quattro minuti ma la partita si può già indirizzar­e. Belotti calcia forte ma prende la traversa e, con il senno di poi, è facile arrivare a una conclusion­e: ci ha pensato troppo. Neanche il Gallo può confermarl­o, ma viene il sospetto che Donnarumma cominci ad allungare la sua ombra sugli attaccanti. Quelli del Torino, ad esempio: negli ultimi tre rigori contro il Milan, non hanno mai segnato. Chi calcia davanti a lui sa che per fare gol deve essere perfetto.

LA GOMMA I numeri del Milan, infatti, non sono quelli di una squadra in crisi difensivam­ente. E’ vero, non vince da un mese – era il 18 marzo, cinque partite fa - e sì, segna poco. Però Donnarumma non è un portiere in difficoltà. Negli ultimi 360 minuti, ha preso solo due gol. Nelle ultime 23 partite, per 18 volte ha subìto al massimo una rete. Ieri ha migliorato la media, evitando al Milan di tornare ancora più a contatto con chi insegue. A due giorni dalle critiche per il video con la presa in giro allo zio, niente male. Ecco quello che stupisce di Gigio: ha una gomma speciale, riesce sempre a cancellare tutto in tempo record. Lo hanno attaccato, ha reagito con un altro miracolo. Ha sbagliato davanti a De Silvestri, è stato super su Ljajic. Anche per questo resta un portiere speciale, con un istinto unico.

E I PIEDI Non solo, Gattuso domenica pomeriggio lo aveva celebrato per il gioco con i piedi e anche ieri Donnarumma non è andato male: 27 passaggi giusti su 35. Nel calcio conta la testa, ma Gigio con i piedi sta diventando bravino.

 ??  ?? Gianluigi Donnarumma, 19 GETTY
Gianluigi Donnarumma, 19 GETTY

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy