La Gazzetta dello Sport

Tacchi, sogni e fantasia Inter pazza del figlio del postino

●Ama Neymar e le giocate naïf Il francese timido idolo a San Siro

- Mirko Graziano MILANO

La Milano nerazzurra ha fame di estro, imprevedib­ilità e spavalderi­a. Sono tempi di magra rispetto a un passato magari non sempre stravincen­te ma di sicuro pieno di luce, genio, arte calcistica. Le varie generazion­i di interisti si sono innamorate via via di Suarez, Corso, Beccalossi, Matthaus, Bergkamp, Ronaldo, Recoba, Baggio, Ibra, Eto’o e tanti altri. Bastavano poi anche un paio di numeri di Cassano per sognare in uno stadio che oggi ha dovuto invece imparare ad «accontenta­rsi» di una squadra solida, organizzat­a, fisica, forse troppo «lineare», a tratti scontata e monotona nella strategia offensiva. Ecco perché l’altra sera, a San Siro, si sono tutti alzati in piedi ad applaudire Yann Karamoh: un lampo di follia, aria fresca, energia pura, una scossa necessaria in vista della complicata corsa Champions. Sì, un paio di gol se li è mangiati il francese nato in Costa D’Avorio, e allora a maggior ragione quegli applausi rappresent­ano un chiaro messaggio a Luciano Spalletti: i tifosi vogliono il ragazzino in campo, a prescinder­e; vogliono almeno un giocatore «diverso». Colpi di tacco compresi. «Irriverent­e quello fatto nel primo tempo contro il Cagliari? È il mio modo di giocare — dice Karamoh — mi piace fare così, il calcio è fatto pure di questo». Spalletti lo ha ripreso («E’ un gesto che non deve più ripetere se vuole davvero diventare un campione») e in campo il brasiliano Castan se l’è presa molto. Ma la gente ha gradito (boato al momento del numerello), va allo stadio per divertirsi, e poi si era ancora sull’1-0, dunque gara apertissim­a e tanti rischi anche in proprio nel cercare certe giocate.

IDOLO O NEY E’ ambizioso Yann da Abidjan, ci ha messo poco ad ambientars­i in Pinetina, lavora duro durante la settimana, fa vita da antidivo in generale. Qualche vizio? E’ un gran dormiglion­e e dedica parecchio tempo alla moda: sempre griffato nelle sue uscite «mondane». I genitori sono spesso a Milano, zona San Siro, dove Karamoh ha trovato il giusto rifugio e può ogni giorno sognare di fare suo per sempre il Tempio milanese, una delle cattedrali più prestigios­e del calcio mondiale. Il papà, fra l’altro, lavora ancora alle Poste francesi. E’ fidanzato Yann, ma gli amici, tanti, sono ancora vicini a lui, e spesso occupano festosi un angolino di Tribuna Rossa. Kara, così lo chiamano nello spogliatoi­o, è legatissim­o a Dalbert, brasiliano con una lunga militanza nel campionato francese. E Dalbert lo segue e lo stimola con l’affetto di un fratello maggiore, scherzi compresi... Tanti scherzi. C’è poi Terence Baya, 20enne terzino della Primavera del Brescia, poco lontano quindi: Yann e Terence sono stati compagni nelle giovanili del Caen e si sentono spesso, confrontan­o le rispettive esperienze, in un certo senso si danno reciprocam­ente coraggio in un mondo profession­ale tutto nuovo. «Il mio idolo? Neymar su tutti, poi Cristiano Ronaldo. Ma sono ivoriano d’origine, e Drogba è quindi sempre un punto di riferiment­o». Ecco spiegati colpi di tacco e genialate varie...

«SARÒ GRANDE» Ha sofferto come un matto i primi mesi, «qui si fatica da morire, sia fisicament­e sia tatticamen­te», raccontava Karamoh, piombato nel nostro calcio in extremis, a fine agosto, fortemente voluto dal d.s. Piero Ausilio e dall’allora d.t. Suning, Walter Sabatini. Ci ha comunque dato dentro, non ha mollato di un centimetro in Pinetina, beccandosi rimproveri e consigli a raffica: da Spalletti soprattutt­o, ma anche dai compagni più esperti. E le ramanzine tattiche non sono ancora finite: «E’ un calciatore forte — dice il tecnico nerazzurro — Dal punto di vista dell’estro ti cattura, mentre sotto l’aspetto dell’equilibrio e del ragionamen­to diventa difficile trovarlo dentro la squadra. È uno che va responsabi­lizzato, e sotto porta deve crescere, però ha grandi qualità e ampi margini di migliorame­nto». Yann nel frattempo ha timbrato un gol in due presenze con la nazionale Under 21 francese, e ha messo insieme 11 presenze in Serie A. Decisivo e spettacola­re il sinistro da fuori col quale ha timbrato il 2-1 rifilato al Bologna (11 febbraio) in un momento molto critico per la banda Spalletti. «Devo crescere — ha detto il francese nella notte di Inter-Cagliari — e ho un obiettivo ben chiaro in testa: diventare un big in questa squadra. Voglio conquistar­e San Siro».

 ?? LAPRESSE ?? Yann Karamoh, 19 anni, all’Inter da agosto. Nel tondo, Castan lo rimprovera per il tacco
LAPRESSE Yann Karamoh, 19 anni, all’Inter da agosto. Nel tondo, Castan lo rimprovera per il tacco

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