La Gazzetta dello Sport

Pinot ciclamino e il sogno-rosa «Ci credo tanto»

●Merano: 3a tappa a O’Connor. Già quarto al Giro 2017, Thibaut è il più italiano dei francesi

- Ciro Scognamigl­io INVIATO A MERANO twitter@cirogazzet­ta

Non era un attacco preventiva­to. Gli è venuto così, d’istinto. «Anzi, mi ero proposto di stare tranquillo. Ma mi sentivo bene – racconta Thibaut Pinot – e allora mi sono detto ‘Vai e vedi quello che riesci a fare’». La terza tappa del Tour of the Alps è sul Passo della Mendola, mancano 50 km al traguardo di Merano: non sono troppi né per il 27enne della Groupama-Fdj né per un brillante Domenico Pozzovivo, che vanno a caccia dei fuggitivi della prima ora e rendono spettacola­re la giornata.

TRAMA Ce ne sarebbero di storie da raccontare: le risposte in salita di Froome, di Lopez, e la grinta di un Aru a caccia della migliore condizione; la sfortuna del giovane leader colombiano Sosa, caduto nell’ultima discesa, dal Passo Palade; i numeri sempre nella stessa picchiata di Froome, come se fosse in uno dei Tour in cui aveva già stupito per questa abilità. Senza dimenticar­e il contropied­e vincente nel finale del 22enne australian­o Ben O’Connor, atteso dal debutto al Giro: «Che emozione! Per la prima volta mi sono sentito padrone di una corsa». Tante storie da raccontare, sì: ma siccome la maglia ciclamino premia Pinot, la scena se la prende lui. A due tappe dalla fine di una corsa sfiorata lo scorso anno (2° a 7” da Thomas), guida con 15” su Pozzovivo e Lopez, 16” su Froome, 50” su Aru. Mancano Dumoulin e Chaves, altrimenti l’anteprima del Giro sarebbe completa. Il più “italiano” dei francesi, l’anno scorso chiuse quarto la corsa Gazzetta, poi al Tour andò male e si ritirò. A percorsi delle edizioni 2018 presentati, disse: «Io voglio tornare al Giro». In realtà non è che il team manager Marc Madiot fosse troppo d’accordo. Ma alla fine è stato Pinot a vincere, e non tornerà alla corsa rosa come semplice cacciatore di tappe: «L’obiettivo è migliorare il risultato del 2017. Quindi, almeno il podio. Spero di correre con questa aggressivi­tà anche al Giro. Non mi condizione­rà il fatto che Froome possa correre sub-judice: sono concentrat­o solo su me stesso».

ALLENAMENT­I A Pinot non piace seguire la massa. Fa cose speciali: prima di cominciare la stagione ha partecipat­o alla Transjuras­sienne, competizio­ne internazio­nale di sci di fondo. Ha ben figurato: su 59 km, ha concluso 50° di circa 2.000 partecipan­ti. E non fa parte, per esempio, della procession­e di colleghi che si blinda in lunghi ritiri in altura. Al Tour of the Alps c’è anche il fratello Julien, preparator­e atletico. «Ci siamo allenati una settimana in Sicilia prima del Tour of the Alps, ma al livello del mare – dice –. Thibaut trae meno vantaggi di altri dall’altura e non è fatto per stare due o tre settimane in mezzo al nulla. Ha anche provato l’Etna. Attenti: il versante di quest’anno è molto più duro di quello del 2017, le strade sono più strette, e il vento influirà molto. Un arrivo molto importante».

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BETTINI Bello tra le belle: Thibaut Pinot, 27 anni, in festa a Merano

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