Seppi in rimonta Ora c'è Nishikori Fognini saluta
● Andreas unico agli ottavi: «Ma che fatica». Fuori Fabio (con Struff) e Cecchinato
Quando saremo davvero costretti a coniugarlo al passato, Seppi ci mancherà. Perché la sua tigna, la sua lucidità, la sua capacità di rimanere aggrappato alle partite con sangue, sudore e lacrime non ne avranno fatto un fuoriclasse, ma ci hanno illustrato come deve essere un giocatore innamorato del suo mestiere. Intanto, dopo i fuochi d’artificio del giorno 17, Andreas si trova d’improvviso a predicare nel deserto, unico italiano su tre a raggiungere l’obiettivo già luminoso degli ottavi.
CONTRATTEMPO I precedenti contro lo spagnolo Garcia-Lopez, perdente sfortunato ripescato dalle qualificazioni (vinte invece da Andreas), parlavano per l’azzurro, avanti 7-1, ma non avevano fatto i conti con quei piccoli contrattempi che ti rovinano la giornata: «Mia moglie Michela si è fatta male a un ginocchio la sera prima del match – racconta il 34enne di Caldaro – e ho dovuto accompagnarla al pronto soccorso. Si è risolto tutto in fretta, ma sono andato a dormire tardi e con un po’ di preoccupazione, per questo l’approccio alla partita è stato un po’ freddo». Ma, al solito, Seppi farà la differenza nei momenti caldi di una sfida certo non eccitante per lo spettacolo, ma vibrante per i tanti colpi di scena: sotto di un break nel terzo (1-2), salirà 4-2, si farà rimontare ma poi di sostanza strapperà il servizio decisivo nel 12° game, con vittoria incorporata dopo due ore e 23 minuti. Una maratona, come d’abitudine: «Lo dice la mia storia, io mi trovo bene quando i match si allungano, perché trovo confidenza nel mio gioco. E poi qui il pubblico fa davvero la differenza, è più caldo rispetto alla coppa Davis». Oggi negli ottavi incrocia il quasi miracolato Nishikori, ex numero 4 scivolato al 36 per un polso destro martoriato, con il quale Andreas ha sempre giocato buoni match ed è in pareggio nei confronti diretti, 2-2: «Spero solo di recuperare bene dalla fatica».
BRUTTA GIORNATA Portabandiera solitario, e i rimpianti viaggiano soprattutto sull’onda di un Fognini troppo brutto per essere vero nel match affrontato da favorito, per classifica e talento, contro il martello tedesco Struff. E invece Fabio, nonostante il 2-0 d’acchito, non trova mai contromisure al servizio del rivale (27 punti su 29 con la prima), gioca sempre corto permettendogli l’aggressione continua ed è pure falloso con il rovescio. Un disastro: «Non ci sono scuse, ho giocato davvero male e non mi è riuscito niente di quello che avevo preparato». Cecchinato invece mediterà sul quel rovescio lungolinea sbagliato quando era sopra 5-3 nel tie break del primo set e che ha messo il turbo a Raonic, poi intoccabile (15 ace dopo i 22 del primo turno): «Almeno ci ho provato». Anche se a volte non basta.