La Gazzetta dello Sport

Doppia mitraglia nella «sua» Roma E via tutti gli incubi

●«Questo stadio resta speciale Dopo il Napoli dovevo riscattarm­i, con me stesso e con il gruppo»

- Fabiana Della Valle ROMA

Dal doppio errore capitale a una doppietta nella Capitale, dove aveva esultato tante altre volte facendo la mitraglia (che al Bayern gli era stata negata) ma mai gli era successo di decidere una finale. Medhi Benatia corre, corre, corre e sembra non volersi fermare più, perché era un po’ che aspettava questo momento. Quello della liberazion­e e dell’orgoglio, per cancellare le critiche dell’ultimo periodo. Medhi è l’eroe di Coppa, la sorte gli ha regalato la serata che sognava e che mai dimentiche­rà, perché è per emozioni come queste che ha scelto di indossare la maglia bianconera. Fosse stato tutto facile forse se la sarebbe goduta anche di meno, invece una stagione molto buona, nella quale ha riempito senza indugi il vuoto lasciato da Bonucci, è stata sporcata da alcuni scivoloni. Ieri la doppietta nella pioggia dell’Olimpico ha lavato via tutto, i brutti ricordi, le ultime panchine e i cattivi pensieri.

CADUTE E OMBRE Medhi corre e va a prendersi due volte il tributo della Sud, quella che un tempo è stata sua e che adesso è un tripudio di bandiere bianconere. La tifoseria bianconera l’ha amato dal primo istante, perché Benatia è vero e ci mette sempre faccia e gamba. Poi mima il gesto del ciuccio per il piccolo Nail, il quartogeni­to nato a fine aprile, che scoprirà tra qualche anno di aver beneficiat­o di una dedica speciale. La famiglia è stata la sua oasi durante la tempesta, quando gli dei del pallone sembravano essersi accaniti contro di lui. Tutto era cominciato a Madrid, quando a una manciata di secondi dall’impresa bianconera più grande di sempre sbilanciò Lucas Vazquez, provocando il rigore qualificaz­ione del Real per la semifinale di Champions con un intervento scomposto. E non è finita lì, perché col Napoli, nella gara più importante della stagione, ha lasciato troppa libertà a Koulibaly sul gol partita. In mezzo agli infortuni calcistici, c’è stata prima la poco edificante diatriba con Maurizio Crozza, poi il gossip di un confronto da spogliatoi­o con Buffon (smentito dal portiere). Infine la doppia panchina contro Inter e Bologna, che poteva far pensare a una punizione. In realtà Allegri lo aveva visto molto provato e ha preferito metterlo a riposo. «Dopo l’errore col Napoli tutta l’Italia pensava che io fossi scarso – ha detto il difensore –. E non sono diventato bravo adesso. Ci tenevo a dare una risposta al gruppo. Sono stato male dopo il gol di Koulibaly, per fortuna i miei compagni hanno fatto il loro».

LA PROFEZIA Benatia ha segnato prima di testa su calcio d’angolo battuto dall’amico Pjanic, poi è stato opportunis­ta alla Higuain quando la zuccata di Mandzukic aveva costretto alla respinta corta Donnarumma. Dopo il primo gol ha chiamato tutti intorno a sé e ha urlato più forte che poteva. Medhi aveva previsto qualcosa ma non tutto. Sentiva che la Juventus avrebbe vinto, l’aveva confidato agli amici in questi giorni, e sapeva anche che era pronto a fare una grandissim­a partita. Ma la doppietta non poteva immaginarl­a, non ne aveva ancora mai fatta una per la Juve. Anche se il Milan è una delle sue vittime preferite, cui ha segnato tre delle cinque reti bianconere. Un gol magari sì, come era già successo contro la Roma, quando poi nel finale però si era lasciato scappare Schick, rischiando il patatrac.

LA JUVE È SPECIALE Stavolta niente amnesie, è stato tutto perfetto e bellissimo. Anche il lungo abbraccio con Buffon a fine gara e l’ultima corsa sotto la Sud da capopopolo, tirando il gruppo juventino. «Questo stadio per me è speciale – ha aggiunto –, qui ho vissuto un anno fantastico e anche se i colori sono cambiati qui ho fatto sempre gol unici. Fa piacere vedere il nostro popolo così felice. Ancora una volta abbiamo risposto in maniera impression­ante. La Juventus fa sempre cose speciali. Qui ci sono giocatori che hanno scritto la storia, noi nuovi stiamo provando a seguire i loro successi. Quando vedi gente come Buffon, Chiellini, Barzagli, Marchisio e Lichtstein­er che non mollano capisci che solo così si vince. C’è una mentalità vincente, ora ci manca lo scudetto». Anche Benatia, come la Juve, è capace di cose speciali. E domenica tornerà in questo stadio con l’obiettivo di fare un’altra festa sotto la Sud, stavolta per il tricolore.

NON ERO SCARSO PRIMA, NON SONO DIVENTATO BRAVO ADESSO

MEDHI BENATIA SULLE CRITICHE

VEDENDO LORO CAPISCI CHE SOLO COSÌ SI PUÒ VINCERE

MEDHI BENATIA

SUI SENATORI DELLA JUVE

 ??  ??
 ??  ?? Medhi Benatia, 31 anni, «baciato» da Buffon dopo il secondo gol GETTY
Medhi Benatia, 31 anni, «baciato» da Buffon dopo il secondo gol GETTY

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy