Tre gol su quattro dalla bandierina Milan superficiale
●Oltre agli errori di Donnarumma ci sono quelli dei difensori, mal posizionati sui corner della Juve
Subire tre gol su quattro da situazione da calcio d’angolo è sinonimo di poca concentrazione e, ancor peggio, di approssimazione nelle marcature. Altro che parlare di possesso-palla, pressing, raddoppi e sovrapposizioni se poi, nella situazione più semplice (cioè quando bisogna semplicemente ostacolare il nemico in un duello corpo-a-corpo), ci si lascia sorprendere come polli. Il Milan paga gli errori di posizionamento dei propri giocatori più che la bellezza dello schema architettato dalla Juventus, perché in verità di schemi non ce ne sono.
ERRORI Sul primo gol Benatia colpisce di testa arretrando ed eludendo l’opposizione di Romagnoli che lo perde nel cuore dell’area: ma come si può? Sul secondo (l’unico che non arriva da calcio d’angolo) ci pensa Donnarumma ad andare con sufficienza sul tiro non irresistibile di Douglas Costa: con il terreno bagnato, e con il pallone che schizza sull’erba, quella conclusione va deviata o respinta, non certo trattenuta. Sul terzo gol altra papera del portiere che lascia lì il pallone per la stoccata di Benatia, e sul quarto s’incarica Kalinic di piazzare nella sua porta un perfetto calcio d’angolo di Pjanic. Curiosità: Donnarumma ha chiamato quel pallone, come si faceva una volta nel campetto dell’oratorio? Se l’ha fatto, ha sbagliato Kalinic a intervenire. Se non l’ha fatto, è colpa sua.
DISEGNO Difficile restare in piedi dopo una simile sequenza di errori, per di più commessi contro un avversario tecnicamente e atleticamente superiore. Perché, questo va detto chiaramente, la Juve dimostra di sapersi prendere il campo senza grandi difficoltà e concede al Milan soltanto la soluzione del contropiede. E’ vero che i rossoneri accelerano e sfiorano il gol, sfruttando soprattutto le percussioni di Bonaventura che s’infila nello spazio che si crea tra Khedira e Pjanic, ma è altrettanto vero che il dominio bianconero è pressoché totale. La Juve dispiega le sue ali quando avanza, con Cuadrado che sgomma sulla destra e Douglas Costa sulla sinistra, mentre Dybala si avvicina a Mandzukic andando così a formare un vero e proprio attacco «a due». E proprio grazie a questa vicinanza con Dybala riesce, con sapienti movimenti di rientro, a rendersi pericoloso con tiri improvvisi. In fase difensiva, poi, Allegri ordina ai suoi di stendere un lenzuolo in mezzo al campo: è un classico 4-4-2, con Khedira che si allarga a destra, Pjanic e Matuidi centrali, e Douglas Costa a sinistra. Il Milan riesce in qualche occasione a perforare la linea con profonde sgroppate, ma mai s’impossessa del centro del ring.
GESTI Gattuso sa che i suoi ragazzi non hanno le energie per portare un pressing alto e difatti ordina di aspettare e ripartire. Non conviene attaccare la Juve quando fa il «giro-palla» in difesa, altrimenti si è scoperti nel caso in cui Benatia o Barzagli lancino lungo per Mandzukic. Atteggiamento corretto, quello dei rossoneri. Purtroppo per loro, però, dimostrano di non essere stati attenti quando è stata spiegata la lezione sui calci d’angolo. Dai gesti tecnici, bene o male eseguiti, dipende il successo.