La Gazzetta dello Sport

Ljajic con un filotto si è ripreso il Toro e il Mondiale russo

●Con 8 partite consecutiv­e il fantasista serbo ha conquistat­o Mazzarri e il suo c.t. Krstajic

- Fabrizio Turco TORINO

Ha riconquist­ato il Torino e la Nazionale serba in poco più di un mese, Adem Ljajic. Al fantasista granata sono infatti bastate otto partite, otto tappe utili a convincere tutti e passare da panchinaro fisso a uomo della provvidenz­a, pronto a giocarsi le sue carte in chiave Mondiale. Il tutto dalla vigilia di Pasqua in avanti; e i numeri sono inequivoca­bilmente dalla sua parte. Dalla trasferta della svolta a Cagliari, con quell’ingresso al 9’ della ripresa che ha sparigliat­o le carte, il fantasista serbo ha infatti inanellato una serie di 7 partite complete, in cui ha distribuit­o gol e assist, fino ai due passaggi al bacio che a Napoli hanno portato alle due reti in rimonta di Baselli e di De Silvestri. Due giocate geniali: prima il filtrante per il centrocamp­ista che ha battuto Reina grazie anche alla deviazione involontar­ia di Chiriches; poi il cross pennellato dalla trequarti per la testa del terzino che dopo il gol è andato a ringraziar­lo. Due colpi di genio che lo portano sul podio della classifica degli assist ma che, soprattutt­o, sono merito del nuovo approccio, quello figlio della maturità e dei 26 anni, che lo ha portato a convincere Walter Mazzarri ad affidargli prima una maglia da titolare e poi le chiavi del Torino. Da lì al Mondiale la strada si è fatta in discesa, proprio come quaranta giorni fa sembrava invece una salita da Cima Coppi; perché la svolta granata ha convinto in un attimo anche il c.t. della Serbia Krstajic che adesso sta progettand­o la squadra per la campagna di Russia e che vuole puntare senza dubbi né remore sul suo talento.

IL LAVORO DI MAZZARRI In realtà, però, a scuotere Ljajic e riportarlo sulla strada giusta è stato proprio il lavoro ai fianchi fatto a distanza – ma quasi in coppia - da una parte da Mazzarri e dall’altra proprio da Krstajic. Più faticoso, costruttiv­o e anche più continuo il compito dell’allenatore granata, visto che ha dovuto convincere un giocatore considerat­o spesso un talento un po’ naif a cambiare atteggiame­nto in campo e fuori. Sembrava una partita persa, e invece c’è riuscito, fino a indurlo a pensare alla squadra prima che ai personalis­mi, a correre su e giù per il campo e anche a indicare la strada ai più giovani compagni di reparto, Edera in primis. Krstajic, invece, gli ha fatto indossare l’abito che Mazzarri aveva in mente di disegnare apposta per lui, facendolo giocare mezzala in un centrocamp­o a tre. Una svolta tattica che è giunta sul prato di casa, quello dello stadio Grande Torino, nell’amichevole di fine marzo contro il Marocco: quella sera Ljajic ha iniziato a cambiare pelle anche tatticamen­te, con la sua Nazionale che ha iniziato a raccoglier­e i frutti del lavoro quotidiano svolto da Mazzarri. CHE RUOLO PER IL FUTURO? Adesso, invece, siamo alla fase successiva, gli esperiment­i stanno per lasciare spazio alle certezze e alle partite che contano, con il Mondiale di Russia alle porte. E chissà che il trequartis­ta dal ruolo indefinibi­le - esterno, falso nove e attaccante arretrato - non abbia la sua collocazio­ne migliore. Perché adesso Ljajic guarda al futuro che si chiama Mondiale con la Serbia, ma anche Europa con il Toro del prossimo anno. Perché se continuerà sui binari intrapresi da Cagliari in avanti Adem può diventare un tassello prezioso per lo scacchiere di Mazzarri per inseguire il traguardo sfuggito quest’anno, «a patto di avere sempre tanta voglia di correre e di sacrificar­si per la squadra». Proprio come recita il mantra mazzarrian­o.

>La gara della svolta a Cagliari, il 31 marzo, frutto del lavoro combinato dei due tecnici

Walter l’ha convinto ad abbandonar­e i personalis­mi, il c.t. l’ha reinventat­o mezzala

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LAPRESSE Adem Ljajic, 26 anni, serbo, gioca nel Torino dal 2016-2017

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