Torna Joao Pedro Il Cagliari ha l’asso per la salvezza
●La sospensione cautelare per doping è finita ieri: in attesa della sentenza, JP10 può giocare a Firenze
Il Cagliari è pronto a calare l’asso per la delicatissima sfida di domenica al Franchi con la Fiorentina. L’asso è il numero 10 Joao Pedro. Non può essere un pesce d’aprile perché l’evento è trascorso da un pezzo. Ma soprattutto ieri sono passati due mesi dalla sospensiva cautelare di 60 giorni che hanno tenuto il brasiliano fuori dal campionato per essere stato trovato positivo, causa un diuretico proibito. L’udienza è fissata per il 16 alle 14 alla prima sezione del Tribunale Nazionale Antidoping del Coni a Roma. Fino a quel giorno, Joao è a disposizione del club. Che non lo ha mai abbandonato dopo un primo iniziale periodo di grande freddezza con una conferenza stampa congiunta col presidente. La società gli ha consentito di allenarsi. Joao ha saltato solo 10 giorni per evidenti problemi psicologici dovuti allo choc della sospensione per un doping che per lui non esiste.
CHE STORIA Joao Pedro è l’uomo di maggior talento e classe del Cagliari, ha segnato 5 gol in 21 gare. Anzi, i gol li ha fatti tutti nelle prime 15. Fino alla partita di Bologna del 3 dicembre è andato come un treno. Poi il calo, fino alla mazzata nella gara interna con la Fiorentina del 22. Un pestone di frustrazione a Federico Chiesa gli costa il rosso e di conseguenza 4 giornate. Torna in campo il 4 febbraio con la Spal e dà un buon contributo alla vittoria del Cagliari. Gli annullano pure un gol. Poi si deprime ed è buio totale. Lo sorteggiano al doping a Reggio Emilia (l’11) col Sassuolo e (il 17) a Verona col Chievo. Positivo, due volte all’idroclorotiazide. Un incubo. Lo sorteggiano anche col Napoli: negativo.
L’ALTRA PARTITA Da quel momento Joao Pedro, i professori di tossicologia forense del laboratorio regionale antidoping dell’Università di Padova, Massimo Montisci e Donata Favretto e i legali Ernesto De Toni e Gaetano Mari cominciano a giocare un’altra partita. Quella della difesa. Quella della non volontarietà, della inconsapevolezza. Per la difesa gli integratori, presi con il consulto di un medico brasiliano, non sono dopanti. Bisogna capire in che modo quel diuretico è entrato nell’organismo di Joao. È questo è il motivo del contendere con la Procura che finora non ha avuto pietà e ha avanzato il 24 aprile una richiesta di squalifica per 4 anni ipotizzando l’assunzione volontaria del diuretico. La difesa punta dritta all’assoluzione. Il calciatore avrebbe anche rintracciato lo scontrino della carta di credito per l’acquisto degli integratori. «Joao Pedro non ha mai pensato di assumere intenzionalmente sostanze vietate, ma solo integratori leciti, su indicazione di un medico brasiliano qualificato e preparati da una farmacia certificata di San Paolo», sostengono i legali nella memoria difensiva. «Puntiamo all’assoluzione perché nella condotta di Joao non c’è nessuna colpa», aggiunge De Toni.
IN CAMPO In queste settimane il brasiliano si è allenato bene. Il Cagliari, che da questo pomeriggio comincia un altro ritiro ad Assemini, domenica a Firenze va a giocarsi una delle due sfide decisive per restare in A. Poi chiuderà in casa con l’Atalanta. Ha bisogno urgente di qualità, quella che JP10 può dare. E allora perché non convocarlo? La scelta (che ha scatenato il solito tam tam sui social) può sembrare azzardata perché l’attaccante non gioca dalla partita persa (0-5) col Napoli del 26 febbraio e, per quanto si sia allenato bene e sia in forma, gli manca il ritmo partita. La società ieri ha mandato le richieste agli organi competenti per avere l’autorizzazione e non avere alcun tipo di problema se dovesse decidere di schierarlo. Anche il Benevento aveva fatto giocare per 3 partite il difensore Lucioni, decorsi i due mesi di sospensione e prima che arrivasse il provvedimento definitivo (un anno di stop). E questo precedente invoglia Diego Lopez e il club del presidente Giulini a calare l’asso domenica al Franchi.
C’è un precedente: Lucioni, che giocò 3 gare col Benevento prima dello stop
Il brasiliano senza gare da 60 giorni, ma Lopez ha bisogno della sua qualità