La Gazzetta dello Sport

Venezia, via in pole

Lo spareggio alla Reyer Batte Milano ed è prima

- Vincenzo Di Schiavi INVIATO A MESTRE (VE)

●Umana a 46 punti, primato societario. De Raffaele: «Ho detto ai miei di fermarsi mezz’ora e pensare a quello che abbiamo fatto»

Inumeri dicono che lo scudetto non è stato cucito per caso. La maglia è quella della Reyer Venezia che chiude al primo posto la regular season con il record di punti societario. Insomma, roba mai successa prima. «Per questo ho detto ai miei giocatori di fermarsi mezzora a pensare a quello che abbiamo fatto - dice il coach dei tricolori Walter De Raffaele -. Questo è un mondo che macina tutto troppo in fretta, ma dietro ci sono otto mesi straordina­ri. Poi penseremo a Cremona e a un playoff che di fatto è un altro campionato». Milano s’inchina nell’incrocio inventato dal calendario per incoronare la regina. Regge, l’Emporio, fino alle ultimissim­e curve, senza mai sbandare, ma inseguendo sempre. Perché la macchina veneziana, al momento, è migliore. In undici timbrano il tabellino, producendo 21 assist, pungendo sotto canestro (31 per il duo WattPeric) e tenendo il passo dei triplisti milanesi. Spicca Jenkins, brilla Daye e l’ardore a tutto campo di Peric, ma trovarne uno fuori dal coro è difficile. «Due squadre che hanno giocato una bella pallacanes­tro - aggiunge Pianigiani -. Anche se noi non abbiamo posto attenzione a tutti i dettagli, cosa che dovremo fare invece sabato».

PRIMATO Nella sfida che vale il primato, intanto, depennati gli esuberi di giornata, Johnson in casa Reyer, Theodore e M’Baye per l’Olimpia, comincia un estenuante corpo a corpo. Comanda, inizialmen­te, chi attacca. Non si sbaglia nulla o quasi da ambo le parti, girando su vertiginos­e vette (oltre l’80% al tiro). Watt (11 punti in 10’) mette subito alle corde un rintronato Tarczewski, ma Milano sfrutta la vena del verboso Goudelock, le cui mani sono svelte al pari della lingua. Dall’arco Andrew è una sentenza, mentre i campioni d’Italia rendono la pariglia con le fiondate di Haynes, l’ex Cerrella e dell’intramonta­bile Ress che sigla il +6 (3428), massimo allungo di un primo tempo che ribadisce l’essenza di due corazzate. Sono lunghe, fisiche, talentuose come poche Reyer e Olimpia e allora la differenza può sgorgare solo dai dettagli. Attivo è il saldo recuperate-perse di Venezia che però spreca i tanti rimbalzi offensivi. Meglio Milano in transizion­e, quando decide di alzare i giri in difesa, ricevendo segnali incoraggia­nti da Kuzminskas (durerà poco...) e meno dai gregari (Abass e Pascolo).

FARETRA De Raffaele invece incassa le certezze di un ottimo Jenkins, mentre Peric è il solito gigante quando si sconfina nella corrida. Ma la faretra reyerina è gonfia di frecce. Il talento di Daye timbra il break di 10-0 che spinge Venezia sul 53-43, ad inizio terzo quarto, subito rucito dalle invenzioni di Goudelock e Micov «ma lì – spiega Pianigiani – abbiamo perso qualche palla di troppo, scontando inoltre un atteggiame­nto difensivo un po’ molle. Loro poi sono stati bravi a segnare con tanti giocatori, mentre noi abbiamo cercato nuovi assetti». Ovvero Micov da ala-forte e tre guardie, dopo l’ennesima bocciatura di Kuzminskas e la scelta di tenere Pascolo in naftalina. Tanto basta per rimettersi in carreggiat­a, ma non per portarla a casa. Pianigiani però archivia: «Pensiamo a Cantù, che mi ricorda un po’ la Sassari di Sacchetti: un sistema libero fatto di tanto talento che può vincere ovunque. Anche al Forum. Così come noi possiamo vincere da loro. Il fattore campo conterà il giusto e Cantù va presa con le molle».

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Una schiacciat­a di Mitchell Watt, 28 anni CIAMILLO

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