Torino L’ultima battaglia dell’infinito Burdisso
●Per l’ex rossoblù una gara amarcord, poi il futuro: possibile addio al calcio, coi granata nessun discorso
Il presente contro il passato con lo sguardo rivolto al futuro. Sarà una domenica assolutamente particolare e dal sapore quasi surreale, quella che vivrà Nicolas Burdisso. Certo, a 37 anni compiuti e con più di 600 partite sul groppone, emozionarsi su un campo da calcio per lui sarà difficile. Di certo, però, è facile immaginare che a Marassi vedrà scorrere davanti agli occhi un bel pezzo di quella carriera ventennale quasi irripetibile. Poi, però, si tratterà di scendere in campo e a quel punto è facile immaginare che tornerà ad essere il trascinatore di sempre, come ha sempre fatto anche quest’anno con la maglia granata sulle spalle, nelle 25 partite finora disputate. Domenica, infatti, scenderà in campo da leader della difesa del Toro contro il suo passato, contro il Genoa in cui ha vissuto tre anni e mezzo da protagonista assoluto. Passato contro presente, dunque, ma con lo sguardo rivolto al futuro: già, perché essendo nato nell’aprile del 1981 Nicolas non può non ragionare a proposito del futuro.
PROTAGONISTA Perché domenica sera, a campionato archiviato, Burdisso potrebbe anche decidere di voltar pagina e di chiudere con il calcio giocato. Eppure la tenuta atletica, la «fame» di competizione, la voglia di rivaleggiare ad alto livello e l’ottima stagione che sta portando a termine potrebbero indurlo a proseguire ancora. Chissà, potrebbe essere nel Toro, anche se l’argomento legato a un possibile rinnovo contrattuale per il momento non è ancora stato preso in considerazione. Anche perché in granata ha trovato il «gemello» Moretti: sono entrambi nati nel 1981 e sono ugualmente affidabili e scrupolosi nella gestione della vita da professionista. Moretti, però, può giocarsi in chiave rinnovo il jolly delle 5 esemplari stagioni granata che lo hanno issato a idolo della Maratona. La voglia, però, per Burdisso c’è ancora, come dimostra quella sfida che lanciò lo scorso inverno, quando presentò la propria candidatura per una maglia albiceleste in vista del Mondiale in Russia. Tanto che il c.t. Sampaoli ci ha pensato seriamente, prima di tirare le somme e di escluderlo dal listone di preconvocati che ha invece preso in considerazione il suo compagno di squadra Ansaldi. Ma Burdisso non è certo uomo che si lascia scoraggiare da una bocciatura, anzi. Ecco perché proprio il fatto di non essere stato inserito nella nuova Argentina potrebbe rappresentare uno stimolo per insistere con il calcio giocato. CHE CARRIERA Di certo, in carriera, Burdisso ha giocato in piazze una più leggendaria dell’altra; e tutte dove si giocano derby bollenti. Ha iniziato al tramonto del vecchio millennio nel Boca Juniors; poi, nel 2004, ecco lo sbarco in Italia dove probabilmente manco lui si sarebbe aspettato di fermarsi così tanto. L’Inter, dove è stato l’ultimo ad indossare la maglia numero 3 di Facchetti prima che venisse ritirata; poi l’avventura nella Roma prima del passaggio al Genoa per la cifra simbolica di mille euro pagata per un giocatore che in molti davano a fine carriera, a quasi 33 anni. Anche in quella circostanza, però, Nicolas ha sorpreso tutti: si è messo al braccio la fascia di capitano dei rossoblù e, in 4 stagioni, ha finito per giocare più di 100 partite in maglia genoana prima di diventare titolare pure nel Toro. Vietato fare previsioni affrettate, quindi, per l’uomo dei quinquenni, che dopo i 5 anni al Boca ne ha vissuti altrettanti all’Inter e (quasi) alla Roma: Burdisso è sempre pronto a sorprendere tutto e tutti.
4 IL NUMERO gli scudetti vinti da Burdisso con l’Inter (più due volte la Coppa Italia e tre la Supercoppa italiana)