Yates vola Dumoulin c’è È una rosa per due
Bis del britannico a Osimo, resiste solo l’olandese. Aru e Froome ancora staccati
Una macchina da guerra: Simon Yates ha portato l’attacco vincente spingendo con una potenza di 560 watt medi (con una punta di 950) tenuti per 1’06” per una velocità media di 26,1 km/h e una massima di 37,2. Il britannico ha impiegato 3’10” per coprire gli ultimi 1500 metri (vallonati, neanche tutti in salita) e trionfare per la seconda volta in maglia rosa. «Sono valori più che altissimi, tremendi. Dati da capogiro. Ancora di più per un corridore che non arriva neanche a 58 chili. Per forza vince». Michele Bartoli, già grande cacciatore di classiche e oggi tra i più accreditati preparatori del ciclismo, è esterrefatto. Il corridore della MitcheltonScott vola. Quando vede l’arrivo fa quello che vuole: due successi di tappa e uno, sull’Etna, regalato al compagno Chaves. La maglia rosa, a prima vista, sembra imbattibile. Appena la strada sale, Yates maltratta Aru e Froome. Pinot annaspa nel tentativo di non affogare. Solo Dumoulin, dopo undici tappe, sembra in grado di reggere il paragone. «Se non cala sarà difficile, se non impossibile, batterlo», afferma Michele Bartoli. Con l’allenatore toscano facciamo un’analisi dei vari punti, a favore o contro, dei due corridori che a meno di clamorosi ribaltoni si giocheranno la vittoria finale.
CONDIZIONE «Yates è benedetto da una condizione stratosferica. Ma non è escluso che, prima o poi, anche lui vada in crisi. Quando hai una forma così superiore, e tutto ti viene facile, ti senti fortissimo. Tuttavia non è sempre un bene se non sei abituato, per mancanza di esperienza, a gestire la cosa: il giorno in cui hai una minima flessione puoi crollare. Poi Yates era già in gran condizione a marzo alla Parigi-Nizza (2°,
ndr) e al Catalogna (4°, ndr). Anche se in aprile non ha corso, terrà le tre settimane? Secondo me ci può stare che nella terza settimana cali. Preferisco Dumoulin, arrivato già a puntino a Gerusalemme, ma con un avvicinamento meno tirato».
TATTICA «Dumoulin ha grande esperienza nelle corse di tre settimane, nelle quali spesso conta di più la gestione complessiva rispetto alla singola prestazione. Per puntare alla generale, a volte sei obbligato a fare meno fuorigiri possibili, magari anche a costo di sacrificare una vittoria. Sono energie risparmiate che ti ritrovi nella terza settimana».
CRONOMETRO «Tra i due, nella crono, su 34,2 km ci sono almeno un paio di minuti a vantaggio dell’olandese. Bisogna anche considerare che il divario, in una prova così, aumenta con il crescere dei chilometri. Sono sicuro che Dumoulin farà una seconda parte più veloce della prima. Chi non è un cronoman – e Yates non lo è – di solito punta su una partenza veloce, rapida. Ma questo potrebbe costargli caro nella seconda parte. Sarà importante anche la gestione dall’ammiraglia».
GRANDI MONTAGNE «Mi piacciono entrambi i corridori, ma non mi pare che Yates abbia mai fatto grandi prestazioni sulle salite lunghe. Poi, un conto è stare attaccato al primo, cercare di resistere per non perdere le posizioni in classifica. Un altro è gestire la maglia, fare la corsa. Non mi pare che il britannico, da questo punto di vista, abbia un grande «storico». Anche per la montagna, quindi, preferisco Dumoulin. Poi magari Yates mi smentirà e vincerà questo e altri quattro giri…».
SQUADRA «Non so come sta ora Chaves e mi piacerebbe anche sapere che cosa gli è realmente successo martedì. Si sarà allenato nel giorno di riposo o sarà rimasto fermo? Perché con motori tirati così al limite un giorno senza bici è veleno. Però Yates può confidare anche su Roman Kreuziger, che è un bel cavallone e sta andando come una moto, e Mikel Nieve, che nelle tappe di grandi montagne verrà fuori. Nella MitcheltonScott ci sono quindi tre supergregari che in salita possono restare con i migliori dieci. Dumoulin da questo punto di vista è più in difficoltà. Però anche la sua Sunweb non è da buttare». ANSA