La Gazzetta dello Sport

Ansia affidabili­tà, controlli della Fia Adesso la Ferrari è sotto pressione

●Maranello non può sbagliare: la power unit per il Canada dovrà essere rinforzata e con 15-20 Cv in più per contrastar­e quella Mercedes 2.0 Batteria, olio, fondo: spiate e gossip sulla rossa

- Luigi Perna INVIATO A MONTMELÒ (SPAGNA)

Quasi trecento giri in due giorni. L’equivalent­e di oltre quattro gran premi. La Mercedes viaggia in testa alla classifica piloti con Lewis Hamilton e a quella Costruttor­i davanti alla Ferrari. Ma è anche al comando della graduatori­a dell’affidabili­tà, come ha confermato la maratona fatta nei test al Montmelò dal campione del mondo e dal suo compagno di squadra Valtteri Bottas. A parte il problema al cambio che ha costretto Hamilton a partire dalle retrovie in Bahrain, con una faticosa rimonta, le Frecce d’argento in questo inizio di Mondiale hanno mostrato una solidità a prova di bomba.

SEGRETO Mai come in questa stagione la resistenza delle vetture è un elemento chiave del successo. La impone il regolament­o, visto che sono consentite solo 3 power unit per 21 GP, da cui basta un semplice calcolo aritmetico per dedurre che ogni motore deve durare circa 7 gare, se non si vuole incorrere in penalità a fine campionato. Finora il team di Toto Wolff ha fatto percorso netto con entrambe le macchine. Mentre la Ferrari ha avuto un brutto colpo d’arresto in Spagna, con il doppio guasto sulla SF71H di Kimi Raikkonen, fermato nelle prove libere dalla rottura del motore termico e costretto al ritiro in gara per colpa di un cablaggio surriscald­ato che ha tolto corrente al secondo propulsore, facendolo andare a tre cilindri.

ESAME Al ritorno a Maranello i motori sono stati esaminati. La power unit che ha avuto il blackout elettrico non è stata danneggiat­a e sarà riutilizza­ta. Mentre il V6 che ha ceduto venerdì, per un problema meccanico che ha interessat­o la testata e una valvola, non è riparabile. Da adesso, comincia la fase calda della stagione e non saranno perdonate altre battute d’arresto. Finora Vettel ha corso cinque gare senza stop. La prossima a Montecarlo non preoccupa, perché il motore non viene messo alla frusta, ma poi arriverà l’esame severo del Canada, dove sia la rossa sia la Mercedes porteranno quasi certamente l’evoluzione 2 della loro power unit, visto che sarà arrivato il momento di cambiare.

CAVALLI L’obiettivo è guadagnare affidabili­tà e potenza. Le due cose vanno a braccetto, perché se una power unit è affidabile, risulta più facile spremere cavalli extra. Per la Mercedes potrebbe essere l’occasione per gettare nella mischia un super motore e dare un’ulteriore accelerata nel Mondiale. Tutti se lo aspettano. Ecco perché nelle prossime settimane la Ferrari deve reagire, rinforzand­o la power unit e incrementa­ndo i cavalli, che in genere sono 10-15 in più per ogni nuovo step. Mentre i test al Montmelò hanno chiarito i dubbi di Vettel sulle nuove gomme a battistrad­a ribassato che si useranno anche al Paul Ricard e a Silverston­e, sgomberand­o il campo dalle polemiche con la Pirelli. La disfatta di domenica ha lasciato il segno, riportando le rosse indietro di due anni, con un distacco di quasi mezzo minuto dalla Mercedes di Hamilton, complice il degrado eccessivo con le mescole soft e medie. Eppure, nonostante la configuraz­ione della vettura non fosse azzeccata, sabato in qualifica ci sarebbe potuta scappare lo stesso una pole position di Vettel, se solo il tedesco avesse riprovato a usare le supersoft per il giro decisivo, dopo un errore in quello precedente.

SOSPETTI La rossa in qualifica fa paura. Tre pole in Bahrain, Cina e Azerbaigia­n lo dimostrano. Mentre la Mercedes non fa più la differenza con il suo bottone magico, ossia la mappatura più spinta. Da qui i sospetti, alimentati dai tedeschi, sul fatto che Maranello possa utilizzare un artificio legato alla batteria per ottenere più potenza dalla parte elettrica della power unit, che per regolament­o è limitata a 4 Megajoule e a 120 kW (163 Cv). La Fia ha controllat­o le rosse a Baku, senza rilevare irregolari­tà, ma potrebbe emettere un chiariment­o sulla materia prima di Montecarlo. Ad assolvere la rossa ci ha pensato Helmut Marko della Red Bull: «Per la Fia e per noi sono regolari». In precedenza la Ferrari, vincitrice in Australia e in Bahrain, è finita sotto la lente per il consumo di olio, i flussi di scarico verso l’ala posteriore, il fondo (modificato) e gli specchiett­i sull’Halo, vietati dalla prossima gara. Non c’è pace per il team di

Maurizio Arrivabene.

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A DISPOSIZIO­NE Le power unit a disposizio­ne di ogni pilota: il guasto di venerdì ne ha tolta una a Raikkonen

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Sebastian Vettel, 30 anni, quest’anno ha vinto a Melbourne e in Bahrain, e con 78 punti è 2° a -17 da Hamilton
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