Gambero Froome, compleanno triste «Energie esaurite»
●Il britannico: «Ho pagato gli sforzi sullo Zoncolan Yates impressionante, sarà dura per tutti batterlo»
Si è rovesciato il mondo, e in appena ventiquattro ore. «Una giornata difficile. Molto difficile». Chris Froome aveva vissuto un sabato di gloria sullo Zoncolan, mentre ieri la festa per il compleanno del mattino (documentata da un video del team alla partenza, con torta annessa) non è continuata al pomeriggio: il 33enne britannico del Team Sky, che non deve avere gradito troppo il freddo, ha cominciato ad andare in difficoltà già nella discesa del Passo di Sant’Antonio e ha tagliato il traguardo 17°, a 1’32” da Yates, davanti al compagno olandese Wout Poels che gli aveva magistralmente preparato il terreno sullo Zoncolan. E così il re di 4 Tour, al mattino 5° a 3’10” dal primato, si ritrova 7° a 4’52” da un Simon Yates sempre più dominatore.
DELUSIONE L’appuntamento con Froome è al bus, dopo i rulli. Una bambina è quasi intimidita dal chiedergli un autografo: è lui stesso a toglierla con gentilezza dall’imbarazzo, facendola felice. «Un grande giro è così – spiega con il sorriso sulle labbra –. Se un giorno spingi tanto, all’indomani puoi pagare. Per vincere sullo Zoncolan ho consumato tante energie, penso si fosse capito subito. E mi sono ritrovato senza gambe oggi (ieri, ndr). Mentre Yates è stato impressionante finora. Secondo me sarà difficile per chiunque togliergli la maglia. Ha dimostrato che sta controllando, è sempre davanti e sfrutta ogni occasione per aumentare il vantaggio».
AMBIZIONE Froome si era presentato al via di Gerusalemme – otto anni dopo la sua ultima partecipazione al Giro – con una missione precisa: vincere il terzo grande giro di fila come non riesce a nessuno dai tempi di Bernard Hinault (Giro e Tour 1982, Vuelta 1983), e prima ancora da Eddy Merckx che fece addirittura poker consecutivo (Giro e Tour 1972, Vuelta e Giro 1973). Adesso che alla conclusione di Roma mancano appena sei tappe (di cui tre con arrivi in salita), la cosa sta assumendo i contorni del sogno più che del progetto: «Il giorno di riposo servirà a dormire un po’. A recuperare. A ritrovare un po’ di energie per l’ultima parte di corsa. Se penso di potere recuperare terreno nella crono? Di sicuro sarà un momento importante del Giro. Tutti aspettano Tom Dumoulin, che è il campione del mondo. Vedrò che cosa posso fare».
ASPETTATIVE
«Sapevo che sarebbe stata estremamente dura – continua Chris, che ha negato di avere avuto problemi alla bicicletta, e pure di averla cambiata come si era sentito dire –. Per me questa è un’esperienza incredibile, sono molto contento di viverla e lo sarò alla fine quale che sia il risultato». A due passi c’è il d.s. francese Nico Portal, il tecnico spesso più vicino a Froome: «Non è il momento di cercare scuse – afferma –, però penso che sullo Zoncolan Chris abbia davvero forzato per vincere e la difficoltà di oggi (ieri, ndr) sia stata soprattutto fisica. Non aveva le gambe giuste, è stata dura per tanti, anche per Dumoulin. Una questione di fatica. Chapeau per Yates, è andato fortissimo. E non solo stavolta, è stato costante, andando a caccia anche degli abbuoni».
CONFERME Sky non ha mai vinto il Giro d’Italia: dal 2010, il miglior risultato è stato il secondo posto di Rigoberto Uran nel 2013, alle spalle di Nibali. In passato si era spesa la parola “tabù”, adesso ci vuole un’impresa per ribaltare completamente la situazione: “Eh, ci rifletteremo, ma è davvero molto difficile – spiega il tecnico francese –. Yates è l’unico che finora non ha mostrato nessun momento di debolezza. Altro punto a suo favore è che ha una squadra molto compatta. Sorprendente? Era difficile pensarlo così forte all’inizio del Giro, ma di sicuro era uno dei rivali più accreditati. Il podio per Chris, comunque, resta possibile. Ma credo sia un errore concentrarsi una posizione in particolare. Non resta che giocarci ogni giorno le carte che abbiamo, con coraggio, e vedere dove riusciremo ad arrivare».
IL LEADER SKY «Il giorno di riposo mi servirà per dormire un po’, poi la crono decisiva»
«Comunque andrà a finire, esperienza incredibile: sono felice di viverla»