A Montecarlo Ricciardo in pole Ma Vettel è in agguato
●Max k.o. nelle libere, l’australiano sogna la rivincita dopo il pasticcio 2016. Hamilton e Raikkonen in 2a fila
Un pilota così farebbe impazzire i tifosi della Ferrari. Perché oltre a essere bravo, è anche molto divertente. Specialmente quando si esprime, impegnandosi, in quell’italo-australiano pieno di parole che s’inventa. Un pilota ironico, che sa vincere ma sa anche ridere, caratteristica questa che forse non piacerebbe a Maranello, dove sono di rigore la serietà e la compassatezza. Discorsi che riguardano il domani. Al momento Daniel Ricciardo, l’uomo in questione, guida una Red Bull motorizzata Renault con la quale, ieri, ha ottenuto una pole position da favola che lo propone, automaticamente, come il favorito della gara di oggi. Poter scappare davanti sulle stradine strette del Principato, con la visuale libera e la possibilità di imporre l’andatura, significa avere mezza vittoria in tasca. Sempre che non intervengano problemi o le Safety Car rimescolino le carte: «A Monaco sei sicuro di aver vinto la gara solo nel momento in cui ricevi la stretta di mano dei principi», dice saggiamente Jackie Stewart, tre volte trionfatore.
DA BRIVIDI Il solo pensare che Ricciardo, nel toboga monegasco, sia stato capace di viaggiare a 169,654 km orari di media — nel tempo record di 1’10’’8 — fa venire i brividi. Così come i brividi si provano nell’osservare le macchine nella zona tra la chicane del Porto e quella della Piscina, in mezzo alle quali c’è una delle curve cieche più spaventose del Mondiale, il Tabaccaio. Qui e altrove Ricciardo ha dato spettacolo replicando la «pole» del 2016, quando poi perse la gara perché al momento del pit stop le gomme non erano pronte e fu proprio il suo team a negargli la vittoria. Un pilota duro, quasi sempre esente da errori, con un carattere di ferro che lo ha protetto dall’onta di vedersi mettere in secondo piano, nei progetti Red Bull per il futuro.
FIDUCIA ROSSA Oggi al via, alle 15.10, capiremo dove Daniel può arrivare. Dietro di lui, in griglia, ci sono tre campioni del mondo: Vettel (2o a 22 centesimi), Hamilton (3o a 43 centesimi), Raikkonen (4o a 46 centesimi). Poi Bottas, Ocon, Alonso. La Ferrari si è dovuta accontentare delle posizioni di rincalzo ma ha la segreta speranza di poter fare ugualmente il colpaccio. Vettel, dicendo «siamo in buona posizione», intende far capire di essere pronto a spiccare il volo. Un pochino più depresso Raikkonen, dal quale il team si aspettava che mettesse alle spalle la Mercedes.
GOMME ALLEATE La Ferrari, per vincere, conta sul modo delicato di usare le gomme, specialmente le nuove Pirelli Hypersoft cui subentreranno le Ultrasoft per il finale. Una sola sosta, in teoria. Vettel sa, avendolo avuto compagno in Red Bull, quanto sia forte Ricciardo e bisognerà vedere se avrà timori reverenziali in caso di sorpasso.
LEWIS ESALTA Ma chi ha esaltato oltre misura nelle qualifiche è stato Lewis Hamilton, alle prese con una Mercedes scorbutica, sulla quale sono stati fatti mille esperimenti senza giungere a nulla. E allora è emersa la classe altissima del «maestro», che con una vettura dotata di poca aderenza e con sbandate e correzioni ad ogni metro, ha portato a casa un terzo posto da favola, anche se nelle 78 tornate della gara sarà difficile tenere certi ritmi. A meno che non cambino l’asfalto o la temperatura ambientale. Nelle condizioni di ieri, Hamilton potrà solo difendersi.
BOTTO MAX Nella cronaca è mancato sinora Max Verstappen. Che era davanti a tutti nelle ultime libere ed è andato rovinosamente a sbattere alla Piscina senza poter fare le qualifiche. Ennesimo imperdonabile errore e ultima fila meritata. E colpa della Red Bull che non fa nulla per educare lui e il suo talento. Tanto che ora deve sperare di riuscire a trattenere Ricciardo, il quale tuttavia sogna Maranello…