BALE SHOW CR7 SHOCK
Il Real vince la sua 13a Champions, terza consecutiva Rovesciata del gallese, papere di Karius, crac Salah Ronaldo: «È stato bello. Presto un annuncio». È addio?
● A Kiev due papere colossali di Karius regalano la 13a Champions ai blancos ma a rubare la scena sono la rovesciata del gallese e Cristiano a fine partita
La rovesciata di Bale e la terza Champions di fila conquistata dal Real Madrid sono già cinema e storia, le rivedremo milioni di volte sugli schermi e le leggeremo nei libri del calcio, ma gli errori compiuti dal portiere tedesco Loris Karius sono qualcosa che ha portato questa finale di Kiev in una nuova dimensione. Due orrori di questo genere non si erano mai visti, almeno a questi livelli. Il primo, addirittura, è stato un inedito: un tentativo di rinvio con la mano, frettoloso e scriteriato, che ha permesso a Benzema di aprire il tabellino. Il centravanti francese, cresciuto per strada, possiede la risorsa della furbizia che lo ha accompagnato nella vita e ha un’indubbia parte di merito perché si è lanciato con prontezza sul pallone, firmando l’1-0, ma il regalo del portiere dei Reds è stato leggendario. L’altro misfatto compiuto da Karius ha chiuso il match: si è lasciato passare tra le mani un tiro da 25, forse 28 metri, di Bale. Roba da oratorio o da partite tra scapoli e ammogliati, con tutto il rispetto per oratori, scapoli e ammogliati. COLPI DI SCENA Non è stata una finale bella, ma è stata ricca di colpi di scena: l’infortunio serio di Salah che rischia il mondiale, il k.o. di Carvajal che ha privato Zidane di una delle chiavi del gioco madridista, le lacrime, gli errori, gli orrori e l’evento decisivo, l’apparizione sul palcoscenico di Gareth Bale, l’uomo che ha deciso la sfida di Kiev. Zidane lo ha tenuto in panchina per un’ora, commettendo un errore non lieve. Anche i big della panchina sbagliano, ci mancherebbe. Anche chi ha vinto per tre volte di fila la Champions, affiancando Ancelotti e Paisley nella galleria dei totem del football, ha talvolta cattivi pensieri. L’ingresso di Bale al posto di un Isco svagato e inconcludente è stato un’ammissione di colpa, ma ha rappresentato anche la svolta.
LA ROVESCIATA DI BALE Il gallese, che agli Europei del 2016 aveva segnato all’Inghilterra, esultando con rabbia e un sottile sadismo sotto la curva dei tifosi avversari, ha inventato il gol che lucida una carriera. Si è lanciato sul cross di Marcelo sfruttando la potenza esplosiva di chi ha praticato in gioventù l’atletica leggera e, con le spalle rivolte alla porta e il piede sinistro in volo, ha fulminato in rovesciata Karius. Un capolavoro, ma anche il momento determinante del match. Il Liverpool era infatti tornato in corsa con Mané, bravissimo a lanciarsi in spaccata sul pallone servito da una torre di Lovren. I giochi erano aperti, nonostante la perdita di Salah, secondo nella speciale classifica degli eventi clou del match.
LE LACRIME DI SALAH L’egiziano ha chiuso la sua fantastica stagione da 44 gol tra le lacrime. È caduto male dopo uno scontro con Ramos e la spalla sinistra ha ceduto. L’egiziano, dopo il primo intervento del medico, ha cer-
cato di resistere ed è rientrato. Dopo tre minuti di sofferenza, l’ex romanista è crollato ed è uscito dal campo in lacrime. Le carezze di Cristiano Ronaldo sono state uno splendido gesto. La leggerezza con cui il Liverpool aveva affrontato la prima mezz’ora è d’incanto svanita. Klopp ha inserito Lallana, appena 16 minuti da marzo fino a ieri sera per un infortunio muscolare, ma, tranne la conferma del 43-3 basic, è cambiato tutto. I Reds, in una serata di luna nera di Firmino, si sono aggrappati al talento di Mané, alla corsa di Robertson, alla solidità di Henderson e all’orgoglio generale, ma gli errori di Karius hanno distrutto la notte in Reds.
MARCELO SUPER Il Real Madrid ha gestito bene la situazione, vincendo questa finale a velocità di crociera. Oltre i gol di Bale, in questa notte di Kiev le luci del gioco sono state accese dal talento sconfinato di Marcelo, spettacolo allo stato puro. Modric, il piccolo croato che resiste agli anni che passano, è stato un orologio, nonostante la prestazione in penombra di Kroos e l’inconsistenza di Isco. Ronaldo ha alzato la voce solo in occasione della rete annullata a Benzema per fuorigioco — Karius aveva azzeccato l’unica parata vera della sua serata triste, quando si dice il destino — e ha cercato inutilmente di mettere la sua firma nella ripresa, stoppato da Robertson e fermato da Van Dijk. Il portoghese si è ritagliato ugualmente un ruolo da protagonista con le dichiarazioni post gara. La notte di Kiev potrebbe entrare nella storia anche per la fine di un’avventura straordinaria. Ma più forte di Cristiano Ronaldo c’è il Real Madrid. La terza Champions di fila, la tredicesima della storia. Il calcio è sempre e comunque il Real. Qualcuno dovrà farsene una ragione.
SOFFERENZA
La spalla sinistra di Salah cede dopo uno scontro con Ramos: Momo prova a resistere ma deve uscire tra le lacrime