Gattuso è una certezza ma i problemi del club sono la sua «costante»
●>ino sarà la guida del nuovo corso: nelle precedenti esperienze si è formato anche come gestore del gruppo
Tra poco anche Gattuso lascerà Milano, nel senso che dovrà mantenere fede alla promessa fatta prima della fine del campionato: «Trenta chilometri a piedi se centriamo il sesto posto». Sarà un viaggio breve ma di fatica, come lo è stata la sua stagione. Rino tornerà e lo farà per restare, sarà lui il prossimo riferimento del nuovo corso. In un clima di incertezza il Milan la sua certezza ce l’ha, e non è poco: un allenatore dal cuore milanista.
BUSSOLA Il vocabolario del tifoso rossonero si è arricchito di altri termini tecnici: sul club pesa la deci sione dell’Adjudicatory Chamber, la commissione giudicante di Nyon. L’attesa della sentenza crea disorientamento, ma non a Gattuso. Rino conosce la strada che lo riporterà a Milanello e che lì lo tratterrà. Fassone, a.d. rossonero, ha assicurato che Rino e la squadra sono sereni: «Li ho rassicurati e loro, come in tutta la stagione, hanno dimostrato di avere una maturità eccellente». Rino maturo lo è anche per via della sua carriera fin qui abbastanza tormentata: le proprietà instabili sembrano una costante del suo percorso. Gattuso ha più volte ribadito che non è questo il caso:
«La società ci è vicina e non ci fa mancare niente». Diverso è il caso della proprietà, e diverse, ma con una serie di analogie, le tappe precedenti della sua storia, da Creta a Pisa. Anche al Milan Rino ha difeso la sua squadra da quanto veniva detto fuori e che poco aveva a che fare con il calcio. Per questo e per tutta un’altra serie di buoni motivi Gattuso si è dimostrato un allenatore all’altezza della situazione e, di nuovo, una solida certezza da cui ripartire in futuro.
CARRIERA TORMENTATA Rino si è guadagnato la carica in mesi di lavoro rossonero: la prima in panchina è stata all’inizio di dicembre a Benevento, famosa per il gol in tuffo del portiere avversario e per il primo punto stagionale «concesso» ai padroni di casa. Il cammino, in questo caso, è proseguito con la vittoria sul Bologna e di nuovo con una ripida discesa in casa del Verona. Nel derby dei giorni dopo Natale Rino ha ben orientato la bussola: comprese le coppe, tredici risultati utili consecutivi. Il percorso successivo è stato un saliscendi: stop con l’Arsenal, un nuovo passo avanti con il Genoa, un’altra caduta all’Emirates, e di nuovo in piedi in casa contro il Chievo. Il k.o. interno contro il solito Benevento è stato un clamoroso scivolone, da cui il Milan ha di nuovo saputo rialzarsi. In finale di Coppa Italia si è perso, contro la Fiorentina all’ultima giornata si è ritrovato per centrare il sesto posto e offrire a Gattuso la lunghissima passeggiata. In questi mesi Rino ha isolato la squadra da dinamiche societarie esterne al campo. Lo stesso aveva fatto, prima di arrendersi, all’Ofi Creta. Rino dette le dimissioni a fine anno del 2014 e spiegò: «Lunedì scorso, dopo la pausa natalizia, parecchi calciatori non si sono presentati agli allenamenti e altri hanno manifestato la stessa intenzione, se non verranno loro garantiti gli stipendi. Alcuni battevano cassa da me e a quel punto ho capito che i miei sforzi erano stati davvero vani. Rimanere ancora, senza alcuna reale prospettiva di evitare il naufragio societario e sportivo sarebbe stato poco dignitoso e soprattutto poco rispettoso verso la gente di Creta». A Pisa un’altra serie di crisi societarie lo avevano rafforzato nel carattere e come guida del gruppo.
PRINCIPI DI GIOCO Tutte caratteristiche che gli sono tornate utili al Milan anche se Gattuso ha spesso allontanato l’etichetta di allenatore tutto cuore e grinta. Rino ha rivendicato principi di gioco effettivamente espressi: tutto questo ha fatto dell’allenatore la migliore d elle certezz e.
IL MOMENTO
La prossima sentenza Uefa crea disorientamento ma non sull’allenatore
Il tecnico si è conquistato la stima generale con gioco e responsabilità