La Gazzetta dello Sport

Rinascita Baselli Corsa e geometrie per Toro e Italia

● Il centrocamp­ista e il rammarico della stagione «Potevamo fare di più per giocare l’Europa League»

- Andrea Elefante INVIATO A FIRENZE

QUANDO SERVIVA FARE QUALCOSA IN PIÙ, ABBIAMO SBAGLIATO GARA

DANIELE BASELLI SULLA STAGIONE DEL TORO

Le due parabole di Daniele Baselli, quella granata e quella azzurra, stanno finendo di incrociars­i in questi giorni, dopo che il c.t. Roberto Mancini ha disegnato il punto forse più alto dell’ascesa del centrocamp­ista. Prima convocando­lo: Baselli aveva già varcato il cancello di Coverciano per vari stage - il primo nel 2014 - con Prandelli, Ventura e poi Di Biagio, ma questa è la sua prima vera chiamata in Nazionale. E poi certifican­do il suo interesse di c.t. per tutti i piedi buoni che possono incarnare il futuro più o meno prossimo della Nazionale: «Baselli è un giocatore tecnico, giovane e può crescere tanto: per me sarà importante vederlo».

ORGOGLIO TORO Lo vedrà in almeno una delle tre amichevoli che aspettano l’Italia da domani al 4 giugno. E Baselli potrà dimostrare che c’è stato del buono anche in questo campionato così contraddit­torio del Torino: lui, Sirigu e Belotti sono qui e grazie a loro la squadra granata è la seconda per numero di convocati in Nazionale dietro il Milan, che ne ha quattro (la Juve due perché ha «perso» Marchisio e Bernardesc­hi).

IL RIMPIANTO EUROPA Di quella squadra Baselli è finalmente diventato un punto fermo non solo per necessità, e si ripromette di esserlo ancora di più: «Mi sento pronto a diventare uno dei leader e fare qualcosa di importante per il Toro: in questi anni credo di aver già dato qualcosa, anche se magari non è stato abbastanza, non è servito quanto doveva». Di sicuro non è bastato ad arrivare in Europa League: «Nelle ultime partite abbiamo dato una scossa in più e dovremo ricomincia­re da dove abbiamo lasciato, ricordando questo rammarico: potevamo fare qualcosa in più per qualificar­ci. In alcuni momenti ci è mancata la continuità, sbagliando la gara da marcia in più».

L’EX LEGGERINO Un giorno Baselli ringrazier­à Mancini, per ora si è costruito una corazza più robusta con la spinta dei suoi allenatori granata. Ventura gli ha dato la continuità che serve a trovare fiducia: 34 gare (molte da titolare) su 38 nella prima stagione al Toro; Mihajlovic lo ha frustato: «È l’unico bergamasco che conosco a non avere le palle: è ora che le tiri fuori e abbia il fuoco negli occhi»; Mazzarri sta rifinendo l’evoluzione di quel talento incompiuto, facendosi garantire lo stesso impegno nelle due fasi. Così è diventato un uomo chiave, il centrocamp­ista «totale» del Toro. «Devo ringraziar­e tutti gli allenatori che ho avuto: nel campionato italiano se non ci metti anche un po’ di interdizio­ne è difficile trovare spazio. Passavo per essere leggerino: sono cresciuto grazie al lavoro e al sentirmi dire le cose come stanno».

CORRIDORE Oggi Baselli quel fuoco ce l’ha, e non è solo questione di tigna nella fase difensiva. Nel mettere al servizio della squadra, con continuità, la sua qualità anche nella quantità: la raccolta dati dice che nel campionato appena concluso Baselli ha corso una media di 10,894 chilometri a partita. Nessuno come lui fra i granata, neanche il «corridore» per definizion­e De Silvestri (secondo). C’è anche una nuova consapevol­ezza della sua duttilità - che potrà emergere pure in Nazionale di cui la sua maturazion­e si è nutrita.

DOPPIO RUOLO Nel 4-2-3-1 è stato impiegato anche nei due davanti alla difesa, ma Baselli «nasce» interno puro. Però a Mazzarri è capitato di chiedergli (ad esempio in Samp-Torino, una delle migliori gare stagionali a suo giudizio) di prendersi la libertà di sdoppiarsi, per andare a galleggiar­e quasi da trequartis­ta alle spalle della o delle punte. «A me piace fare l’interno: mi permette di avvicinarm­i alla porta e pure di aiutare i compagni a fare gol. L’importante è metterci tanta corsa: così fai girare la squadra e se la squadra è a posto, corri anche meno. Se corri troppo, vuol dire che la squadra non gira. Però mi è piaciuto molto anche giocare a due in mezzo al campo: serve un po’ più di sacrificio, puoi cercare meno la porta, ma sei più al centro del gioco».

MI PIACE FARE LA MEZZALA: POSSO ANDARE IN PORTA E FARE PIÙ ASSIST

DANIELE BASELLI SUL SUO RUOLO

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GETTY Daniele Baselli, 26 anni, centrocamp­ista del Torino, 32 presenze e quattro gol nell’ultima Serie A

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