Rinascita Baselli Corsa e geometrie per Toro e Italia
● Il centrocampista e il rammarico della stagione «Potevamo fare di più per giocare l’Europa League»
QUANDO SERVIVA FARE QUALCOSA IN PIÙ, ABBIAMO SBAGLIATO GARA
DANIELE BASELLI SULLA STAGIONE DEL TORO
Le due parabole di Daniele Baselli, quella granata e quella azzurra, stanno finendo di incrociarsi in questi giorni, dopo che il c.t. Roberto Mancini ha disegnato il punto forse più alto dell’ascesa del centrocampista. Prima convocandolo: Baselli aveva già varcato il cancello di Coverciano per vari stage - il primo nel 2014 - con Prandelli, Ventura e poi Di Biagio, ma questa è la sua prima vera chiamata in Nazionale. E poi certificando il suo interesse di c.t. per tutti i piedi buoni che possono incarnare il futuro più o meno prossimo della Nazionale: «Baselli è un giocatore tecnico, giovane e può crescere tanto: per me sarà importante vederlo».
ORGOGLIO TORO Lo vedrà in almeno una delle tre amichevoli che aspettano l’Italia da domani al 4 giugno. E Baselli potrà dimostrare che c’è stato del buono anche in questo campionato così contraddittorio del Torino: lui, Sirigu e Belotti sono qui e grazie a loro la squadra granata è la seconda per numero di convocati in Nazionale dietro il Milan, che ne ha quattro (la Juve due perché ha «perso» Marchisio e Bernardeschi).
IL RIMPIANTO EUROPA Di quella squadra Baselli è finalmente diventato un punto fermo non solo per necessità, e si ripromette di esserlo ancora di più: «Mi sento pronto a diventare uno dei leader e fare qualcosa di importante per il Toro: in questi anni credo di aver già dato qualcosa, anche se magari non è stato abbastanza, non è servito quanto doveva». Di sicuro non è bastato ad arrivare in Europa League: «Nelle ultime partite abbiamo dato una scossa in più e dovremo ricominciare da dove abbiamo lasciato, ricordando questo rammarico: potevamo fare qualcosa in più per qualificarci. In alcuni momenti ci è mancata la continuità, sbagliando la gara da marcia in più».
L’EX LEGGERINO Un giorno Baselli ringrazierà Mancini, per ora si è costruito una corazza più robusta con la spinta dei suoi allenatori granata. Ventura gli ha dato la continuità che serve a trovare fiducia: 34 gare (molte da titolare) su 38 nella prima stagione al Toro; Mihajlovic lo ha frustato: «È l’unico bergamasco che conosco a non avere le palle: è ora che le tiri fuori e abbia il fuoco negli occhi»; Mazzarri sta rifinendo l’evoluzione di quel talento incompiuto, facendosi garantire lo stesso impegno nelle due fasi. Così è diventato un uomo chiave, il centrocampista «totale» del Toro. «Devo ringraziare tutti gli allenatori che ho avuto: nel campionato italiano se non ci metti anche un po’ di interdizione è difficile trovare spazio. Passavo per essere leggerino: sono cresciuto grazie al lavoro e al sentirmi dire le cose come stanno».
CORRIDORE Oggi Baselli quel fuoco ce l’ha, e non è solo questione di tigna nella fase difensiva. Nel mettere al servizio della squadra, con continuità, la sua qualità anche nella quantità: la raccolta dati dice che nel campionato appena concluso Baselli ha corso una media di 10,894 chilometri a partita. Nessuno come lui fra i granata, neanche il «corridore» per definizione De Silvestri (secondo). C’è anche una nuova consapevolezza della sua duttilità - che potrà emergere pure in Nazionale di cui la sua maturazione si è nutrita.
DOPPIO RUOLO Nel 4-2-3-1 è stato impiegato anche nei due davanti alla difesa, ma Baselli «nasce» interno puro. Però a Mazzarri è capitato di chiedergli (ad esempio in Samp-Torino, una delle migliori gare stagionali a suo giudizio) di prendersi la libertà di sdoppiarsi, per andare a galleggiare quasi da trequartista alle spalle della o delle punte. «A me piace fare l’interno: mi permette di avvicinarmi alla porta e pure di aiutare i compagni a fare gol. L’importante è metterci tanta corsa: così fai girare la squadra e se la squadra è a posto, corri anche meno. Se corri troppo, vuol dire che la squadra non gira. Però mi è piaciuto molto anche giocare a due in mezzo al campo: serve un po’ più di sacrificio, puoi cercare meno la porta, ma sei più al centro del gioco».
MI PIACE FARE LA MEZZALA: POSSO ANDARE IN PORTA E FARE PIÙ ASSIST
DANIELE BASELLI SUL SUO RUOLO