La Gazzetta dello Sport

Mandragora: «C’è di nuovo entusiasmo»

●Il regista di proprietà della Juve garantisce: «Attacco e pressione, le idee di Mancini. Balotelli ci farà gioire»

- Massimo Cecchini INVIATO A FIRENZE

Pensi a Rolando e immagini coraggio da paladino, forza sufficient­e per mulinare la spada Durlindana e fiato poderoso per suonare il corno Olifante. Ma per fortuna da noi le battaglie si combattono solo nel calcio, dove Mandragora è il Rolando chiamato a guidare, fra breve, l’Italia del futuro. Occhio, però, perché anche per questo occorrerà forza, fiato e tecnica, come quella che nei suoi giorni ha avuto Pirlo, oppure De Rossi e Marchisio. «Sento la responsabi­lità del ruolo, visto chi ha fatto parte della Nazionale - dice il 21enne di proprietà della Juve e reduce dal prestito al Crotone -, ma ho una grande opportunit­à e proverò a non far rimpianger­e chi c’è stato. Vorrei somigliare a loro, anche se non ho un vero modello. Cerco di prendere le cose migliori. La forza mentale penso di averla, così come la spregiudic­atezza». Nonostante i problemi fisici lo abbiano rallentato, Mandragora non si è mai arreso e in passato aveva raccontato: «Ho fatto una ventina di provini con squadre di A, ma nessuno mi prendeva». Poi però è arrivato il Genoa, che a 17 anni lo ha fatto esordire proprio contro la Juve. Biglietto da visita? Un contrasto vinto ai danni di Pogba e da lì è cominciata la vetrina. «Sono di Napoli, ci ho vissuto fino a 14 anni e con la mia città ho un rapporto bello, ma non sono tifoso partenopeo». Da originario di Scampia, tempo fa aveva detto: «Vista da fuori sembra un posto terribile, ma in realtà ci sono persone buone e cattive come altrove».

AZZURRO E JUVE Ora Mandragora sente aria di svolta. «La maglia azzurra è un sogno che si avvera. Mancini è la persona giusta per ripartire. Ci sta trasmetten­do le sue idee: calcio offensivo e pressione. Per crescere però occorrerà tempo, anche se il clima è sereno. Il c.t. ha riportato entusiasmo e Balotelli l’allegria giusta. È sempre bene accetto nel gruppo e ha meritato la convocazio­ne. Spero che farà tornare a gioire il popolo italiano». Nel futuro di Mandragora c’è anche la Juve. «Faremo il punto insieme e studieremo il percorso di crescita migliore. Quella che è terminata spero sia stata la stagione della svolta. Dopo gli infortuni, a Crotone ho giocato tanto, anche se ho pianto per la retrocessi­one: tifosi e società non meritavano la B». Di certo non la conoscerà Mandragora, cavaliere destinato a grandi imprese.

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Rolando Mandragora, 21 anni, regista Crotone (proprietà Juve)

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