La Gazzetta dello Sport

Ora a Bari c’è il caos Striscioni e petardi contro Giancaspro

●Il presidente, contestato, spera nell’appello: «Siamo nel giusto». Attesa giovedì la sentenza

- Franco Cirici BARI

Polveriera Bari. La parte più calda della tifoseria non ha mandato giù i 2 punti di penalizzaz­ione che hanno ribaltato il fattore campo della prima sfida playoff: dal San Nicola al Tombolato di Cittadella. Senza attendere il giudizio della Corte di Appello (domani l’avvocato Grassani presenterà il ricorso finalizzat­o a cancellare il -2 e la squalifica di 3 mesi al presidente; la discussion­e è prevista per giovedì), i tifosi hanno emesso la propria sentenza. Indice puntato contro la società e il presidente Mino Giancaspro.

LA REPLICA Un’azione coordinata, tra le 2 e le 3 dell’altra notte: a qualcuno sono bastati pochi minuti per sistemare, su quattro ponti della città e nei pressi dello stadio, cinque striscioni dal contenuto molto forte, all’indirizzo di Giancaspro. In un batter d’occhio le foto e i pesantissi­mi messaggi sono rimbalzati sui social della tifoseria, già in stato di agitazione da venerdì sera. Dal canto suo il presidente del Bari era rientrato dalla capitale in treno, all’una di notte, dopo aver incassato l’amaro verdetto del Tribunale Federale. Chissà se il patron del Bari avrà sentito l’effetto fragoroso di due grossi petardi che, nel cuore della notte, sono stati fatti esplodere (senza conferme dalla società) davanti al cancello del residence dove alloggia, alla periferia nord della città. Ai microfoni di Sky lo stesso Giancaspro è apparso tutt’altro che rassegnato: «Non entro nel merito delle nostre ragioni, ma siamo convinti di essere nel giusto. Mi auguro che in appello il Bari abbia giustizia. Affrontere­mo il giudizio con serenità, avendo prodotto documentaz­ione dell’avvenuto pagamento».

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Uno degli striscioni esposti a Bari contro il presidente Giancaspro

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