La Gazzetta dello Sport

«Un’impresa eroica fatta col cuore È tra i grandi»

- Ciro Scognamigl­io INVIATO A CERVINIA twitter@cirogazzet­ta

Eddy conosce già il motivo della telefonata. Risponde gioviale, ti anticipa e parte all’attacco come tantissime volte fece nella sua inimitabil­e carriera sui pedali: «Mi chiamate per il Giro d’Italia, vero? Certo che ho l’ho visto, certo che mi sono goduto l’impresa di Froome. È stato grande, in italiano si direbbe che ha fatto un numero, giusto? Gli do il benvenuto nel club».

SORPRESA Eddy è Merckx, e chi altrimenti. Tra i tanti record del Cannibale belga, c’è quello dei grandi giri vinti consecutiv­i: quattro. Tra il 1972 e il 1973, fu capace di vincere il Giro e il Tour (1972) e poi la Vuelta e di nuovo il Giro (1973): a quei tempi era quella la scansione dei tre grandi giri. Hinault si era fermato a tre, quanto Froome farà ufficialme­nte oggi: Giro e Tour 1982, Vuelta 1983. «Partire sul Colle delle Finestre, una salita durissima – argomenta Merckx – era l’unico modo che Froome aveva per ribaltare una situazione compromess­a. Era a 80 chilometri dal traguardo, ma non aveva altra scelta. La forza della squadra è stata determinan­te, perché gli altri rivali sono rimasti isolati, però lui ci ha messo tantissimo del suo. Bellissimo. Mi ha sorpreso, non me l’aspettavo. Una cosa del genere non l’aveva mai fatta neppure al Tour. Forse ha trovato una ispirazion­e che non aveva mai avuto».

AMORE Merckx, che ora ha 72 anni, il Giro l’ha vinto cinque volte: l’Italia è il suo Paese del cuore. «Questa edizione è stata bella, appassiona­nte. Ho visto un buon numero di tappe e neppure una è stata noiosa. La qualità media è stata molto alta, Yates una piacevole sorpresa, Dumoulin si è confermato ad altissimo livello dopo il successo dello scorso anno. Froome deve avere calibrato bene la preparazio­ne per arrivare al massimo nel momento decisivo. Ma quello che ha fatto ieri (venerdì, ndr) non è stato sempliceme­nte muscoli, gambe, potenza. Ci ha messo il cuore. Ha realizzato una impresa da ciclismo degli eroi. Fughe da lontano ne ho fatte diverse anch’io, ora non ricordo i chilometri esatti: ma non è importante, sono solo numeri. Conta di più l’emozione che provi e il ricordo che lasci».

FUTURO Ma ora Froome riuscirà a raggiunger­e lo stesso Merckx, servendo il poker consecutiv­o e il quinto trionfo al Tour de France? «A me piaceva andare in Francia dopo avere corso il Giro d’Italia, trovavo sempre un colpo di pedale migliore, però ora il ciclismo è diverso, sono passati più di quarant’anni. Certamente Chris potrà avere delle buone chance. Ma ora pensi a godersi il Giro. Se l’è meritato. E l’ha reso indimentic­abile».

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