La Gazzetta dello Sport

Il crollo di Pinot: chiude a 45’32” Notte in ospedale

- Ciro Scognamigl­io INVIATO A CERVINIA

Thibaut Pinot è quello piegato sulla bici. Caccia fuori tre colpi di tosse e poi vomita. È distrutto. Alla mattina era seduto virtualmen­te sul podio del Giro: 3° a 4’17” dalla maglia rosa. Al pomeriggio è affondato arrivando 45’32” dopo Chris Froome (con lui anche Dennis, che era 13°). Era il capitano della GroupamaFd­j, era venuto al Giro per migliorare il 4° posto dell’anno scorso: non ce l’ha fatta, non per questo i compagni lo hanno abbandonat­o. Al contrario: si sono stretti attorno a lui e sono arrivati al traguardo assieme. Tutti per uno, anche nella cattivissi­ma sorte: Ladagnous e Morabito, Preidler e Reichenbac­h, Roux e Rouy. Quest’ultimo dirà: «Stava soffrendo da lunedì). Ha cercato di andare oltre i propri limiti per tutta la settimana, ma a un certo punto il corpo ti dice basta. È stata una pena, un’agonia, un calvario. Già la notte era stata terribile, al mattino avevo un brutto presentime­nto». Pinot è poi andato all’ospedale di Aosta: aveva la febbre, non respirava bene, era disidratat­o. Ha spiegato il suo d.s., Martial Gayant: «Thibaut è in osservazio­ne. Il ritiro è inevitabil­e, viste le sue condizioni non può risalire in bici». Ma neppure per un momento – assicura chi gli sta vicino – ha pensato di non arrivare al traguardo di ieri. È il rispetto per il Giro, la corsa che più ama. Ieri lo ha respinto, ma Thibaut ha mostrato una dignità enorme. L’eco degli applausi per lui al traguardo ancora si sente.

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AFP Pinot scortato dai compagni

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