Immenso LeBron Ora serve il break per l’ottava finale
●●ara-6 da marziano per il 3-3 Cavs. Stanotte bella a Boston: ha sempre vinto la squadra di casa
Solo Robert Louis Stevenson potrebbe essere in grado di spiegare questa finale Est, nella quale Cavs e Celtics fanno a turno a vestire i panni del dottor Jekyll e di Mister Hyde. Leoni in casa, qualcos’altro meno felino in trasferta. E a proposito di Re della Foresta, King James è l’unico a non essere afflitto da questa Sindrome di Fregoli. Lui asfalta tutti, sempre e ovunque, Td Garden o Q Arena. Venerdì notte per un attimo l’arena di Cleveland è piombata in un silenzio che tradiva il terrore dei 20.562 che l’affollavano. LeBron a terra, dolorante a una gamba. Si rialza, zoppica, chiede palla, va a canestro. Poi mette due triple da 8 metri con la mano del difensore in faccia.
SCONTATO In fondo gara-7 (stanotte alle 2.30 italiane su Sky Sport 2) era scolpita nella roccia. Il 109-99 che vale il 3-3 scontato come i precedenti 5 successi della squadra di casa. Non esistevano finali che prevedessero l’uscita di scena del Prescelto – forse per sempre con addosso la maglia dei Cavs – nella casa che lui ha costruito, contro una banda di ragazzini terribili che però sembrano perdere i superpoteri che l’aria del Bay State gli infonde quando varcano i confini del Massachusetts. Onnipotenza, incarnazione del detto stelle e strisce «where there’s a will, there’s a way», volere è potere liberamente tradotto. Quindici anni di James, volati, come i 54.120 minuti passati sui parquet Nba, le 1377 gare disputate. Un vita sotto i nostri occhi incantati. Come venerdì, quando si è preso sulle spalle la squadra: 25 punti nel 1° tempo, 46 (in 46’) con 11 rimbalzi e 9 assist alla sirena. Esauriti gli aggettivi, parola al Prescelto: «E’ l’amore per questo sport che mi spinge. Ho l’opportunità di allacciarmi le scarpe, infilarmi l’uniforme e poi andare in campo e provare a dare il meglio di me stesso. Non sempre ci riesco, non sono imbattuto, ma voglio sempre provare a massimizzare il mio potenziale in ogni partita».
AIUTO Per una volta i comprimari dei Cavs gli hanno dato una mano: George Hill (20 punti), Jeff Green (14), Larry Nance Jr. (10 con 5/5), hanno sopperito al k.o. di Kevin Love, uscito con una possibile commozione cerebrale (salterà la bella) dopo una tremenda testata contro la zucca di Jayson Tatum. Tutto bello e tutto utile. Ma resta il contorno al piatto forte, a un Re che non vuol saperne di abdicare. L’ultima volta che si sono giocate le Finals e LeBron era davanti alla tv, correva l’anno 2010, Lakers-Celtics si giocarono l’anello. Tatum aveva compiuto 10 anni tre mesi prima. Da allora giugno e LeBron James sono diventate una parola sola.
NUMERI Tutto sembra puntare nella direzione dei biancoverdi nello spareggio di stanotte. I Celtics sono 37-0 dopo aver preso un vantaggio di 2-0. Giocano in casa dove sono 10-0 nella postseason. Ma dall’altra parte non c’è una squadra, c’è un marziano. Che ha un bilancio di 13-9 nelle partite senza domani, nelle quali viaggia a 34.1 punti di media, più di chiunque altro nella storia della lega. In gara-5 era apparso stanco, a corto di fiato. Lo aveva detto coach Lue, lo aveva ammesso a denti stretti pure lui. Eppure c’era qualcuno che dubitava del fatto che avrebbe giocato una gara-6 alla LeBron? Riuscisse nell’impresa di portare in finale, la sua ottava di fila, questo gruppo di onesti gregari e nulla più, la sua leggenda si arricchirebbe di un ulteriore capitolo, forse il più bello. Lui al Garden farà il LeBron delle gare-7. Per capire come andrà a finire dovremo solo scoprire chi si presenterà in campo tra compagni e avversari: dottor Jekyll o Mister Hyde?
LE CHIAVI James segna 46 punti in 46 minuti e respinge l’assalto dei Celtics
Attimi di paura per una botta a una gamba: si rialza e infila due triple
IL COLPO A UNA GAMBA? ZERO CHANCE CHE USCISSI...
L’ESULTANZA? UNA COSA CHE NON PUOI SPIEGARE SE NON LA PROVI
LEBRON JAMES 34 PUNTI A GARA NEI PLAYOFF