La Gazzetta dello Sport

Hablas español? Da Cuper a Osorio I c.t. dei Mondiali parlano castiglian­o

●Sudamerica e Spagna piazzano ben 11 tecnici In Europa altre nazioni con 2, l’Italia resta a zero

- Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID @filippomri­cci

In panchina al Mondiale si parla spagnolo, e con forte accento argentino. Sono 11, più di un terzo del totale, i ct castellano hablantes, con ben 4 argentini, la nazione che manda in Russia più tecnici. È una tendenza in costante crescita: in Sudafrica nel 2010 i ct che parlavano spagnolo erano 7, in Brasile sono diventati 9. A ingrossare le fila ovviamente la folta presenza delle Americhe, ma non solo. Lo spagnolo Martinez è in Belgio, Cuper in Egitto. Curioso il percorso di Juan Antonio Pizzi, Arabia Saudita, che sarebbe il quinto argentino perché nato e cresciuto a Santa Fe ma ha giocato con la nazionale spagnola: eliminato col Cile, tempo un mese ha ritrovato i Mondiali con l’Arabia, che in Russia era stata portata dall’olandese Van Marwijk, che a sua volta dopo i disaccordi con la federazion­e mediorient­ale ha ritrovato il secondo Mondiale (è stato finalista con l’Olanda nel 2010) grazie all’Australia.

INCROCI Poi ci sono anche Sampaoli, che ha il complicato compito di far incastrare Messi in una nazionale con qualche lacuna, Ricardo Gareca in Perù e Josè Pekerman che si ripete con la Colombia dopo l’exploit dei quarti raggiunti nel 2014. La Colombia affida la nazionale a un argentino ma ha due rappresent­anti: il «Bolillo» Gomez che la nazionale del suo Paese ha dovuto lasciarla dopo una brutta storia di maltrattam­enti al femminile e con Panama

disputa il suo 3° Mondiale, e Juan Carlos Osorio, che allena il Messico. Gli altri ct che parlano spagnolo sono Julen Lopetegui, erede di Del Bosque, Oscar Ramirez e il Maestro Tabarez che nonostante la malattia arriva al 4° Mondiale, 3° di fila dopo l’esperienza di Italia 90.

RIPETENTI L’ex Milan è con Löw il più longevo sulla stessa panchina (entrambi resistono dal 2006) e uno dei 7 che erano presenti anche in Brasile. Ci sono anche i portoghesi Carlos Queiroz, con l’Iran dal 2011, e Fernando Santos, che è passato dalla Grecia alla madrepatri­a, e il citato Sampaoli che in Brasile era col Cile e come Santos è tornato a casa: le nazionali affidate ai tecnici di casa sono 19, tra queste anche due africane, continente ad alta tendenza esterofila. Tunisia (Maaloul) e Senegal che con Aliou Cissé ha l’unico c.t. di colore del torneo, perfetto trait-d’union tra i due Mondiali dei Leoni di Dakar: Cissé era capitano del Senegal che nel 2002 arrivò ai quarti iniziando il torneo con una vittoria sulla Francia.

ZERO ITALIA In Europa, Francia (Deschamps e Renard, col Marocco), Germania (Löw e Rohr, con la Nigeria), Spagna e Croazia (Dalic più Petkovic con la Svizzera) hanno tutte 2 tecnici, l’Italia zero. In Brasile con Prandelli c’erano Capello (Russia) e Zaccheroni (Giappone): con la nazionale abbiamo perso pure i ct. Un altro segno dei tempi difficili del nostro calcio. Al Mondiale si parla spagnolo, anche se gli 11 comunicano calcio in maniera diversa tra loro, a volte opposte se pensiamo a Sampaoli, discepolo di Bielsa, e a Cuper, figlio del pragmatism­o bilardiano. Una lingua, tante idee de fútbol.

 ??  ?? LOPETEGUI Julen, 51 anni, è nato ad Asteasu, in Spagna. Ex portiere, è il c.t. della Roja dal 2016. Con l'Under 21 ha vinto un Europeo nel 2013 GETTY
LOPETEGUI Julen, 51 anni, è nato ad Asteasu, in Spagna. Ex portiere, è il c.t. della Roja dal 2016. Con l'Under 21 ha vinto un Europeo nel 2013 GETTY
 ??  ?? SAMPAOLI Jorge, 58 anni, è nato a Casilda, in Argentina. E’ c.t. dell’Albicelest­e dal 2017. Da c.t. del Cile ha vinto una coppa America nel 2015 AFP
SAMPAOLI Jorge, 58 anni, è nato a Casilda, in Argentina. E’ c.t. dell’Albicelest­e dal 2017. Da c.t. del Cile ha vinto una coppa America nel 2015 AFP

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