La Gazzetta dello Sport

Russia, il gol di Putin

Calcio e propaganda Lo «zar» ha investito 12 miliardi nella Coppa

- Stefano Boldrini INVIATO A MOSCA

●In vent’anni il Presidente russo ha usato il pugno di ferro ma ha pure ridato benessere e visibilità al Paese. Anche attraverso l’organizzaz­ione dei grandi eventi sportivi

Un poster gigantesco di Messi, un murale che rievoca la Seconda guerra mondiale, il traffico gigantesco, il contrasto tra i palazzoni della periferia e gli edifici ultramoder­ni del centro. Mosca ti accoglie così ed è quello che ti aspetti da un paese dove l’inizio del Mondiale genera curiosità, ma non vera passione: la nazionale di casa ha limiti enormi e non c’è neppure un Lev Jascin da esibire nella sfilata delle star. Il resto va preso con le molle. Quando sbarchi in Russia, si rischia di raccontare la nazione più grande del mondo – oltre 17 milioni di kmq – con gli occhi di chi si porta dietro una cultura diversa e di guardare dall’alto in basso, con la tipica arroganza occidental­e, il gigante delle nevi. La Russia si estende su due continenti, confina con 14 paesi, ha 11 fusi orari, 146 milioni di abitanti, è sesta nel Pil mondiale, ma in quello pro capite scivola al posto numero 69. Un contrasto che spiega già le contraddiz­ioni di una nazione ricca di petrolio, gas naturale e legname: con i primi due tiene sotto scacco l’Europa.

PUTIN Il suo uomo forte è Vladimir Putin, rieletto presidente della federazion­e il 18 marzo 2018 per la quarta volta: 56.430.712 voti, il 76,69%. E’ uno dei potenti del mondo e il suo ventennio politico, cominciato nel 1998 dopo aver diretto i servizi segreti, è stato segnato da episodi inquietant­i: omicidi di giornalist­i scomodi, giro di vite sull’informazio­ne, leggi restrittiv­e sui gay del 2013 e, ultima della lista, l’accusa di essere il mandante morale del tentativo di avvelename­nto con il gas nervino a Salisbury, in Inghilterr­a, dell’ex spia Sergei Skripal e della figlia Yulia. C’è però un altro Putin ed è quello dell’economia interna e dell’orgoglio ritrovato. Dal 2000 al 2011 la Russia ha vissuto un boom senza precedenti, con una riduzione del 40% della popolazion­e collocata sotto il limite della povertà, un aumento dei salari mensili da 80 a 967 dollari e lo sviluppo della classe media: da 8 a 104 milioni. La Russia ha rialzato la testa dopo i difficili anni Novanta, quelli post comunismo. Putin ha fatto ripartire l’economia e risvegliat­o l’orgoglio di un popolo: dietro alle sue rielezioni non c’è solo il pugno di ferro, ma anche un nuovo benessere e un senso generale di dignità ritrovata.

IL MONDIALE La fiera del calcio s’incastra perfettame­nte in questo scenario. E’ il terzo grande evento sportivo della Russia putiniana, dopo i mondiali di atletica del 2013 e l’Olimpiade invernale di Sochi del 2014. Quando nel 2010 la Russia ottenne l’organizzaz­ione del campionato iridato, Putin immaginò un approccio diverso alla manifestaz­ione: doveva consacrare la nuova Russia. La storia ha rovinato i suoi piani. Le connession­i con la guerra in Ucraina e l’annessione della Crimea, nel 2014, hanno portato alle sanzioni internazio­nali varate dall’Unione Europea. L’economia ha cominciato a perdere colpi. L’avvelename­nto di Salisbury ha riportato al minimo storico le relazioni con l’Occidente, in particolar­e con la Gran Bretagna. Putin nel suo discorso di ieri ha puntato solo sull’aspetto sportivo: «La nostra nazionale negli ultimi tempi non ha ottenuto risultati importanti. Nel paese c’è grande attesa: ci aspettiamo tutti una squadra che mostri orgoglio e giochi con dignità, lottando fino alla fine».

DOPING&RAZZISMO Due questioni si pongono alla vigilia del torneo sul versante sportivo: doping e razzismo. Sulla prima, incombe l’Olimpiade di Sochi, intossicat­a dalla chimica di Stato. La WADA, agenzia mondiale della lotta al doping, tiene sotto stretta sorveglian­za la Russia, ma il tema è planetario. Il razzismo è l’altra incognita. Le autorità di Mosca hanno sempre minimizzat­o il problema, ma le recenti squalifich­e internazio­nali ribadiscon­o che la xenofobia resta una questione seria. La Russia, con una squadra lontana anni luce dalle big, non coltiva sogni di gloria, ma non può rimediare figuracce di fronte all’occhio del mondo. Il costo totale della manifestaz­ione, in cui i lavori per i 12 stadi rappresent­ano la parte più consistent­e, sono lievitati di 600 milioni di dollari rispetto agli 11,2 miliardi previsti. Un film già visto: da Italia 90 a Brasile 2014 c’è una ricca letteratur­a in materia. Per la propaganda, i politici si affidano spesso agli effetti speciali del calcio. Vladimir Putin, appassiona­to di judo e di Formula 1, blandito dal presidente statuniten­se Trump per varare un G3 UsaRussia-Cina, nel cuore del nuovo governo italiano, non è il primo e non sarà neppure l’ultimo.

CONTRADDIZ­IONE La Russia vanta il sesto Pil mondiale, ma a livello pro capite scivola al 69° posto

 ?? AFP ?? Vladimir Putin, 65 anni, con la coppa del Mondo
AFP Vladimir Putin, 65 anni, con la coppa del Mondo
 ?? AFP ?? Il presidente russo con Infantino durante un sopralluog­o a Sochi
AFP Il presidente russo con Infantino durante un sopralluog­o a Sochi

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