RICOMPRA SÌ, MA AIUTI ANCHE CHI GIOCA
La nuova norma del calcio-mercato
Puoi sbagliare a comprare, non a vendere. È un vecchio adagio dei maestri del calciomercato: la paura di tutti i direttori sportivi è disfarsi di un ragazzo promettente, ma inespresso, salvo poi ritrovarselo pregiato titolare a tutti gli effetti in un altro club. La nuova norma introdotta dal 1° giugno dalla Federcalcio, il diritto di riacquisto, permette di mantenere un legame con il giocatore ceduto, con la fissazione di un prezzo per la ricompra. Il meccanismo lo abbiamo conosciuto con Alvaro Morata: il Real Madrid lasciò andare l’attaccante alla Juve, ma si cautelò con la recompra. In bianconero, il nueve spagnolo si rivelò un rinforzo fondamentale, tanto che la Casa Blanca se lo riprese con 30 milioni circa.
Chi va via, quindi, può tornare a una cifra prefissata, senza oscillazioni di quotazione. Prendiamo l’Inter Primavera: sarà impossibile che i freschi campioni d’Italia vengano tutti introdotti e lanciati in prima squadra. Con la ricompra c’è una nuova via. Guardate per esempio il difensore Bettella, difensore, che ha appena firmato per l’Atalanta: per il 18enne, la società di Suning incasserà 7 milioni, ma si premunisce con la ricompra. Quei 7 milioni fanno plusvalenza, parola più che magica per i bilanci. Bettella è in buona compagnia nell’Inter, con Valietti, Odgaard, Emmers, Zaniolo, ragazzi con cartellini che costerebbero sui 2-3 milioni, più Pinamonti che svetta a quota 7. Lo staff interista, proprietà cinese inclusa, mette già i suoi gioielli in vetrina: sono tutti potenziali plusvalenze, che aiuterebbero la società a produrre quei 40 milioni necessari per rimettere il bilancio a posto per i parametri del fair play finanziario europeo. Di fronte a tanto ben di Dio, la tentazione è forte: trasformare la collezione di potenziali talentini in pedine da spostare per creare plusvalenze. Sarebbe una deriva da evitare, dannosa soprattutto per i giocatori. Il riacquisto, comunque, dà la possibilità a un ragazzo che troverebbe pochissimo spazio in prima squadra di misurarsi in altri contesti, magari nella stessa categoria, senza per forza andare a cercarsi gloria nelle squadre-B. Chi si ritrova in casa Totti, Maldini, Messi, i figlioletti di Ferguson, da Beckham a Scholes, non si pone il problema: il vero fuoriclasse si impone subito, appunto da fuoriclasse. Ma il giocatore di buon livello, non top, ancora acerbo, rischia invece di deprimersi in attesa di una chance. E allora il meccanismo della ricompra potrebbe rivelarsi vantaggioso sia per chi vende, sia per chi acquista, sia per chi gioca. La ricompra andrà però sfruttata con lungimiranza, altrimenti se sarà tutta chiacchiere e plusvalenze impoverirà ancora di più il nostro calcio.