«Dai Milano, gioca come sai Non accettare la corrida»
●Serie sul 2-2, Forum esaurito. Il n.1: «Loro più allenati di noi a un certo tipo di basket»
Forum super esaurito per la madre di tutte le battaglie. Perché questa gara-5 porta in dote il match point. Chi l’acchiappa è a un passo dal sogno, mettendo l’avversario spalle al muro. Il punto di svolta, dunque. Soprattutto psicologico. Milano ci arriva intruppando anche Kaleb Tarczewski, nonostante il taglio alla testa subito in gara-4 dopo uno scontro con Sutton. «È chiaro che dobbiamo adattarci se il metro è questo, altrimenti succede che un nostro giocatore esca dal campo con la testa aperta e il loro con due tiri liberi. Questo non va bene» ammonisce Pianigiani. E siam sempre lì, al gioco aggressivo di Trento, mantra di questa finale.
CONTEGGI Livio Proli, numero uno dell’Olimpia, ribadisce il concetto: «Torniamo a casa per ritrovare la nostra dimensione e il piacere di giocare a basket. Dobbiamo macinare il nostro gioco per 40 minuti e non solo per tre quarti di partita come successo in gara-4, cercando di non farci imprigionare dal nervosismo contro avversari grintosi e aggressivi». Una filosofia, quella trentina, che cela tagliole un po’ ovunque: «Noi giochiamo una pallacanestro diversa. Se diventa corrida - prosegue Proli Trento è più allenata a quel tipo di gioco e, diciamolo pure, è più forte di noi. Gestire una corrida però diventa difficile per chiunque, anche per gli arbitri. In casa loro il metro arbitrale è diverso e sgorgano partite anomale. Prendiamo, per esempio, i tiri liberi: in gara-3 e 4 contro di noi e in gara-4 di semifinale contro Venezia, Trento ha tirato 91 liberi complessivi, Milano e la Reyer invece 29. C’è un differenziale di 20 liberi a partita. Un dato quantomeno inusuale».
ASSAGO Casa dolce casa, dunque. Milano vive il ritorno al Forum come una liberazione. E non sempre è stato così. Anche i dodicimila possono diventare un fattore in questa spossante guerra di nervi: «Contiamo sul fattore campo prosegue Proli -. I nostri tifosi, nelle prime partite della serie, sono stati il sesto uomo. Il pallino è nelle nostre mani, possiamo scegliere quale pallacanestro giocare: sta a noi avere l’abilità di imboccare la direzione giusta o, maldestramente, quella sbagliata. Trento gioca così da due anni, non possiamo farci sorprendere. Ottimista? No, fiducioso». Anche Simone Pianigiani rilancia. Nonostante il doppio stop in terra trentina, il finale è ancora tutto da scrivere e il ritorno a casa rappresenta un valore aggiunto: «Peccato per gara-4 - dice il coach dell’Olimpia - perché avevamo giocato la partita anche bene fino a un certo punto, con vantaggi esigui rispetto a quanto prodotto. Il 2-2 ci sta stretto, siamo stati più vicini noi al 3-1 che loro al pareggio, ma ora torniamo a casa, il pubblico ci darà un po’ di energia in più per tornare in vantaggio in quella che ora è una miniserie di tre partite».
HANNO DETTO Proli: «Inusuale il saldo di 20 tiri liberi a loro favore in gara-3 e 4»
Pianigiani: «Il 2-2 ci va stretto, più vicini noi al 3-1 che loro al pareggio»