È un altro Tiger «Io allo US Open? Vale già un bonus»
●Woods un anno fa era agli arresti. Nel 2008 l'ultimo Major, questo. «Non do niente per scontato»
Fresco, rilassato, ma sì: felice. Una drastica differenza con la foto segnaletica di appena 13 mesi fa, quando fu arrestato per guida in stato di ubriachezza dalla polizia della Florida: Tiger Woods aveva la faccia gonfia e profonde borse sotto occhi intontiti. E’ una delle prime cose che gli chiedono alla conferenza stampa dello Us Open che ha vinto tre volte, ma che non gioca dal 2015. Com’è cambiata la sua vita da allora? «È migliorata». Non una parola in più, perché la sua privacy è sempre stata un tabù inviolabile. La prova che sia cambiata è il suo volto allegro e il fatto di vederlo qui a Shinnecock, due ore abbondanti da Manhattan, dove ha ancorato il suo yacht. Dice: «Fino a maggio 2017 non riuscivo a camminare. Poi mi hanno dato il permesso di alzare qualche peso e ho ricominciato a fare una vita normale. Il golf non era neppure stato preso in considerazione. Finalmente potevo giocare coi miei figli: il mio traguardo più importante. E poi mi hanno autorizzato a colpire qualche putt. Ma a ottobre ancora non sapevo se sarei mai tornato su un green». Tiger invece è tornato. Da fine novembre ha partecipato a nove tornei, due volte è stato brevemente in lotta per il titolo con due top 5 (2° al Valspar). Ma non vince un Major da dieci anni: lo Us Open del 2008, conquistato con il crociato rotto di un ginocchio. Quello è il passato e ora a 42 anni vuole godersi il presente: «Essere qui oggi lo considero un bonus: è una sensazione magnifica che non do per scontata». Ma per i bookmaker di Las Vegas (14-1), qui a Shinnecock, è il quarto favorito per la vittoria.