La Gazzetta dello Sport

Multinazio­nale di nome Marocco Solo 4 fatti in casa

●Per il c.t. Renard 19 giocatori nati o cresciuti fuori: soprattutt­o francesi, ma c’è pure un canadese

- F.m.r.

Montreal, Madrid, Amsterdam, Liegi. Sono solo alcune delle città di nascita dei nazionali marocchini. Dei 23 convocati da Hervé Renard soltanto 6 sono nati nel Paese africano. E di questi Aziz Bouhaddouz quando aveva un anno si è trasferito da Berkane in Germania e da lì non si è mai più mosso (adesso gioca nel St. Pauli, dopo Francofort­e, Wiesbaden, Colonia e Leverkusen) e Nabil Dirar quando era ragazzino da Casablanca ha seguito la famiglia in Belgio, a Molenbeek, dintorni di Bruxelles, dove è cresciuto calcistica­mente e con la cui nazionale ha flirtato a lungo quando la chiamata dai Leoni dell’Atlas sembrava tardasse ad arrivare. In pratica sono soltanto quattro su 23 i giocatori formati in patria.

CANADA Il c.t. Renard ha continuato nel solco tracciato dai suoi predecesso­ri e seguito anche da altre nazionali africane, Algeria, Camerun e Senegal su tutte: andare a cercare in Europa i figli della penultima grande ondata migratoria marocchina approfitta­ndo così al massimo della diaspora. Ragazzi ancora legati al Paese dei genitori ma tirati su calcistica­mente in Francia, in Spagna, in Germania, in Belgio, in Olanda. In questa nazionale i marocchini nati nell’Esagono sono 8, in Olanda cinque (fra i quali i fratelli Amrabat), in Spagna due, il portiere Yassine Bounou è nato in Canada a Montreal (anche se a 8 anni era già nelle giovanili del Wydad Casablanca), Carcela-Gonzalez in Belgio e infatti ha giocato in tutte le giovanili belghe arrivando a disputare due amichevole con i Diavoli Rossi prima di fare il cambio e riabbracci­are la nazionale degli avi materni nel 2010. Suo padre è spagnolo, così come quello di Da Costa portoghese e quello di Mendyl ivoriano. Un Marocco multinazio­nale.

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