La Gazzetta dello Sport

Ragazze d’oro del 3 contro 3: in metà campo c’è il mondo

●Solo una gioca in A-1, tre in A-2: hanno vinto il primo Mondiale dell’Italia del basket

- Francesco Velluzzi

Avolte vincono loro. Quelle figlie di un dio minore, quelle che lottano duro, guadagnano poco, non hanno sponsor, né padrini. Marcella Filippi, la più nota di tutte, Rae Lin D’Alie, Giulia Rulli, Giulia Ciavarella, sotto la splendida guida tecnica di Angela Adamoli hanno conquistat­o il mondo. Campioness­e mondiali del tre contro tre, per la prima volta iridata di una Nazionale italiana. Hanno messo in fila le fortissime statuniten­si, la prima impresa ai quarti, le cinesi in semifinale e, quindi, le russe, campioness­e uscenti. Sopra il cielo di Manila volano queste cinque ragazze che pochi conoscono perché stanno fuori dalla ribalta. Ma hanno dote unica e fondamenta­le: la passione. E la spregiudic­atezza, quella della Adamoli che allena la Nazionale di Malta, ma nessuno le ha ancora dato una chance nella nostra serie A-1.

CHI SONO Una sola è conosciuta: Marcella Filippi, 32 anni, fisico da modella, viso da spot, tanti tatuaggi, una vita a San Martino di Lupari. Dal 2014 in campo d’estate al tre contro tre (c’è sempre stata), una che alla movida di Formentera, dove conquister­ebbe eccome, ha sempre preferito il basket da campetto. Non si stanca mai di giocare e di voler migliorare. E questa costanza nella prossima stagione la porterà al Famila Schio a vedere l’effetto che fa l’Eurolega. Lei al posto dell’eterna Chicca Macchi, sì proprio così. Anche in azzurro dove Crespi premia la sua volontà. A ispirare il gioco delle inarrestab­ili azzurre c’è la D’Alie, 30 anni, che Roberto Ricchini, allora coach azzurro, percepì come utile «passaporta­ta». Corre a tutta (a metà campo e a un solo canestro), penetra, scarica, serve assist al bacio, ma d’inverno primeggia in A-2. L’ultimo campionato lo ha finito a Bologna, nella squadra del Civolani dove i soldi non abbondano e giocare è la priorità, il guadagno è un qualcosa di secondario. È stata votata come mvp e ora qualche club più blasonato magari penserà che con lei si può... Le altre due giocano come D’Alie in A-2. Sangue romano, notorietà zero, sono salite sul treno in corsa. Prima di loro c’erano Bibi Barberis che si è rotta il crociato e Federica Tognalini, pure lei infortunat­a. Rulli, 27 anni, di Costa Masnaga, ha preso botte e spinte sotto canestro ed è stata fondamenta­le, Giulia Ciavarella, la bimba del gruppo, 21 anni, ha dato più di una mano. Ha assaggiato la A-2 a Campobasso. Movenze da giocatrice di alto livello, ottimo tiro. Questo Mondiale le dà la spinta che le mancava. Ora queste cinque donne avranno il Collare d’oro, ma soprattutt­o potranno urlare a chiunque che sono campioness­e del mondo.

ALL’OLIMPIADE DAL 2020 UNA PARTITA DURA 10’ VINCE CHI ARRIVA A 21

Il tre contro tre (dal 2020 all’Olimpiade) è un gioco da specialist­i, di grande abilità e tenuta fisica. Ogni squadra ha tre giocatori e un cambio. Una partita dura 10 minuti. Se uno realizza 21 punti prima della fine del tempo regolament­are vince, altrimenti vince chi è in testa. Non ci sono falli personali, ma di squadra. Il pallone è di dimensione 6 (quello delle donne) e di peso 7 (quello degli uomini). Non c’è tiro da tre, ma tirando fuori dall’arco si hanno due punti. Ogni canestro normale vale un punto. Su fallo si tira un libero.

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