La Gazzetta dello Sport

«PIPPO E MONE SEMPRE BAMBINI: CHE ORGOGLIO»

●PAPÀ GIANCARLO: «FELICE NON PER I LORO RISULTATI MA PERCHÉ I SOLDI E LA FAMA NON LI HANNO CAMBIATI»

- gb.o.

L’8 giugno 2016, a Ca’ Sagredo, Giancarlo Inzaghi partecipò alla conferenza con la quale Pippo iniziava la sua avventura con il Venezia: «Ci teneva, me l’aveva detto. E poi io volevo esserci perché in quel momento mio figlio si stava definitiva­mente mettendo alle spalle un periodo difficile». Ieri a Bologna papà Inzaghi non poteva mancare.

Pippo e Simone: insieme in A, in Nazionale, ora insieme su una panchina di A. Primo pensiero?

«Orgoglio. Ma non per i risultati. Orgoglio perché sono rimasti i bimbi che giocavano scalzi in mansarda spaccando tutto compresi i loro piedi: il pallone in testa dalla mattina alla sera, pensi che prendevano due Gazzette in edicola perché nessuno dei due voleva aspettare che l’altro leggesse. Non li hanno cambiati i gol, la fama, i soldi: sono sempre Pippo e Mone, come li chiamiamo a casa. Anche se adesso in realtà io li chiamo mister».

Si aspettava di rivedere Pippo così presto in A?

«Forse no, ma glielo auguravo perché sapevo quanto avesse sofferto anche fisicament­e ai tempi del Milan. A Venezia ha fatto un grande lavoro e si merita la A. Credo che Bologna sia la piazza giusta».

Simone è rimasto alla Lazio nonostante alcune voci.

«Sarà difficile staccarlo da Roma e dalla Lazio: quella ormai è la sua città. Tommaso, il figlio grande, studia in Inghilterr­a e fa in fretta a tornare a Roma: ha 17 anni, bello come nonno Giancarlo e anche come nonno Eugenio anche se somiglia di più a me... Al di là delle battute, magari prima o poi Mone avrà voglia di confrontar­si con una realtà ancor più importante, ma è felicissim­o di quello che sta facendo alla Lazio».

Bologna-Lazio: meglio due pareggi o una vittoria per parte?

«Una vittoria per parte. Mi godrò la partita da papà e da spettatore. Davanti alla tv».

Davvero a casa?

«Rigorosame­nte con le tapparelle abbassate e un nocino in mano. Sarò molto emozionato. Allo stadio ci sono sempre andato poco. Guardo le partite di Pippo e Mone in sala, da solo, mentre mia moglie le segue in camera: una volta che mi ha raggiunto in sala abbiamo beccato il gol. Mai più».

Mamma Marina è contenta?

«Molto, soprattutt­o perché sono due ragazzi che si comportano bene: con me non hanno mai alzato una volta il tono della voce. Marina li coccola ancora e mi rimprovera se dico qualcosa che non va. Già qualche anno fa, quando esageravo nei miei commenti tecnici, Pippo e Simone andavano da lei e le dicevano: «Tuo marito è insopporta­bile, dagli una calmata». E allora capivo che era meglio andare a funghi per evitare le prediche. Scherzi a parte, siamo davvero una famiglia unita. Io e Marina siamo fortunati, abbiamo anche dei nipoti stupendi».

A proposito, le hanno occupato la casa di Formentera.

«Non è mica la prima volta. Ma va bene così: Pippo e Angela al terzo piano, Mone, Gaia e il piccolo Lorenzo al secondo. Dovrebbe vedere come calcia Lorenzo: 5 anni, spacca tutto, uno spettacolo».

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Papà Giancarlo Inzaghi BOZZANI

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