Lukaku & Hazard show Belgio, euforia e ansia
●La squadra di Martinez, virtualmente agli ottavi, dà spettacolo contro una piccola Tunisia. Preoccupa l’attaccante: caviglia k.o. BELGIO TUNISIA 5 2 BELGIO
Euforia: di solito il termine viene agganciato a aggettivi tipo contagiosa o pericolosa. Il diffondersi dell’entusiasmo che può lanciarti o smontarti. Il Belgio preferisce abbinare la parola euforia con contenuta, modesta. Viaggiare sotto traccia, perché anche negli ultimi due tornei la nazionale era considerata la sorpresa per il podio, invece si fermò ai quarti sia in Brasile (non male, stop con l’Argentina) sia all’Europeo francese (super delusione, eliminata dal Galles). Ma nascondersi è impossibile, con tale bellezza, forza offensiva: provocano illusione. Quando è bello il calcio, lo capiscono tutti. Anche chi viene al Mondiale per accompagnare gli amici, i mariti, i figli. Anche chi adopera questo torneo planetario per avere un passaggio in tv, per vestirsi come a Carnevale, cercare l’evidenza. Gli addetti ai lavori vedono i movimenti, i tagli, le scalate, la pressione. I turisti della coppa invece si godono le reti, i colpi di petto, il dribbling con un palleggio. Tipo Eden Hazard ieri. Quella cosa che poi anche se non si è qua, se si passa davanti allo schermo in qualsiasi parte del mondo, ti fa fermare. La percezione universale del bello del calcio, senza aver studiato.
I MOTIVI Ai più istruiti non sfugge il nome dell’avversario, la Tunisia; non scappa la disastrosa tenuta difensiva; gli orribili tentativi di stop che diventano assist per gli avversari, vedi il 2-1, il 3-1. Non si può nemmeno giustificare la dissennata volontà di voler sbarbare i rivali con l’accetta, tipo il fallo da rigore pacchiano subito al via, per l’1-0 di Hazard, divelto (sulla linea) da Syam Ben Youssef. Però tutti riconoscono l’essenzialità del Belgio, l’idea verticale, immediata, precisa. Saper arrivare in porta con i flash dei piccoletti Hazard e Mertens e poi affidare la merce al colosso Lukaku, imponente e lieve nei movimenti. E’ già a quota quattro, l’attaccante del Manchester United, anche se ora tiene in ansia tutto il Belgio per l’infortunio che l’ha costretto a uscire dopo un’ora: caviglia malconcia, PRIMO TEMPO 3-1
MARCATORI E. Hazard (B) rig. 6’, Lukaku (B) 16’, Bronn (T) 18’, Lukaku (B) 48’ p.t.; E. Hazard (B) 6’, Batshuayi (B) 45’, Khazri (T) 48’ s.t.
BELGIO (3-4-2-1) Courtois; Alderweireld, Boyata, Vertonghen; Meunier, De Bruyne, Witsel, Carrasco; Mertens (41’ s.t. Tielemans), E. Hazard (23’ s.t. Batshuayi); Lukaku (14’ s.t. Fellaini) PANCHINA Mignolet, Casteels, Kompany, Vermaelen, T. Hazard, Januzaj, Dembélé, Chadli, Dendoncker ALL. Martinez
CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO MEDIO 51,2 M POSSESSO PALLA 52% AMMONITI nessuno
TUNISIA (4-2-3-1) Ben Mustapha; Bronn (24’ p.t. Naguez), S. Ben Youssef (41’ p.t. Benalouane), Meriah, A. Maaloul; Shkiri, Sassi (14’ s.t. Sliti); F. Ben Youssef, Khaoui, Badri; Khazri PANCHINA Mathlouthi, Haddadi, Bedoui, Ben Amor, Khalil, Srarfi, Khalifa, Chaaleli ALLENATORE N. Maaloul
CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO MOLTO BASSO 47,3 M POSSESSO PALLA 48% AMMONITI Sassi per proteste
ARBITRO Marrufo (Usa)
NOTE Spettatori 44.190. Tiri in porta 12.5 Tiri fuori 11-10. In fuorigioco 3-3. Angoli 5-2. Recuperi 4’ p.t., 3’ s.t. si teme l’interessamento dei legamenti e salterà l’Inghilterra. Gli esami dei prossimi giorni diranno se l’ansia diventerà rassegnazione. Intanto Hazard firma una doppietta e diventa l’uomo del match per lo stupendo 4-1: corsa, petto, mezzo pallonetto laterale per saltare il portiere, gol e felicità.
UNITI La nazionale di fiamminghi e valloni sembra unita, vogliosa, anche se l’inno lo cantano in pochi. Se è Lukaku a crossare per Meunier, e non il contrario, la punta rincula a coprire il terzino destro. Non così dall’altra parte, con Carrasco meno attento con Vertonghen. Perché il Belgio non tiene del tutto gli avversari lontani, soprattutto subendo i lanci che sorpassano il 3-4-2-1. Quando salirà il livello, servirà rimedio. Ma se ci fosse una tassa sul tas- so (di qualità), il Belgio andrebbe in bancarotta, o dovrebbe effettuare un prelievo forzoso dagli stipendi di Premier dei vari Hazard, De Bruyne, Lukaku: un trio da circa 43 milioni lordi l’anno. E se fa lo splendido, ci può pensare Witsel, onesto nell’ammettere di essere andato in Cina per i 16 milioni a stagione.
MERTENS PER TUTTI Dries Mertens non ha il mensile dei colleghi, però a Napoli vede il mare e prende lezioni di tattica: parte a destra, alla Callejon, manda in rete Lukaku, diventa il Mertens di Sarri dopo un cambio (centravanti). Ritorna quello di Martinez rientrando sulla trequarti quando entra Batshuayi e ricama altri inviti-gol. «Chiediamo scusa ai nostri tifosi», dice l’allenatore tunisino Nabil Maaloul. Nonostante i centri di Bronn (2-1) e Khazri (5-2), «loro sono molto forti». Oggi probabilmente saranno anche qualificati, dopo 8 gol e 6 punti in due gare: «Siamo in crescita», racconta Roberto Martinez. Senza euforia, se si riesce.
LA SITUAZIONE Arriveranno sfide più difficili però il gruppo è cresciuto rispetto al 2014
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AFP