Shaqiri-Xhaka L’ira dei serbi «Var come tribunale Aja»
●L’esultanza pro-Kosovo scatena la reazione del c.t. Krstajic che mischia torti arbitrali e genocidio. La Fifa apre un procedimento
La tartaruga è più innocua. Un programma radio ticinese si è inventato la gara tra Shakira e Shaqiri, due tartarughe con una bandierina di carta sul carapace: le mettono al centro di un campetto e vedono quale esce per prima. Il fatto è che funziona. Prima di Svizzera-Brasile, Shak e Shaq sono corse fuori contemporaneamente: pareggio. Prima della Serbia, ha vinto la tartaruga svizzera. Il problema qui è l’altro animale, l’aquila. Shaqiri due sere fa ha segnato il 2-1 al 90’ e ha mimato il volo dell’aquila a due teste, simbolo dell’Albania. Xhaka ha fatto lo stesso per sottolineare l’appartenenza al Kosovo, ex provincia serba a maggioranza albanese, indipendente dal 2008 ma non riconosciuta dalla Serbia. I tifosi serbi allo stadio, per fortuna, non hanno reagito ma ieri tutto il mondo ne ha parlato.
TONI ALTI Hashim Thaçi, presidente del Kosovo, ha detto a Xhaka&Shaqiri che il Paese è fiero di loro ed Edi Rama, primo ministro albanese, ha postato le foto delle due esultanze su Facebook. Il calcio è politica. Non solo, sempre via social Xhaka ha ricordato i giorni in cui è stato chiamato «Granit Kosova», non un gran modo per abbassare la tensione. Probabilmente non ne ha voglia, perché il padre è stato tre anni e mezzo in carcere per aver partecipato ad alcune manifestazioni a Belgrado. Più di tutti, però, è stato il c.t. serbo Krstajic a farne una questione politica: «Purtroppo solo i serbi, a quanto pare, vengono condannati sulla base di una giustizia selettiva. Prima il maledetto Tribunale internazionale penale dell’Aja, oggi il Var». Il Var non è intervenuto per punire un intervento su Mitrovic, il Tribunale dell’Aja ha deciso sui crimini commessi durante la guerra nella ex Jugoslavia. Assurdo: calcio e genocidio nella stessa frase, nel giorno in cui il mondo ha visto una foto di alcuni ragazzi serbi. Sono allo stadio e indossano una felpa con una grande foto di Ratko Mladic, generale condannato per crimini contro l’umanità.
TONI BASSI
Qualcun altro, per fortuna, ha tentato di tenere sotto controllo la polemica. Lo stesso Shaqiri: «Penso sia stata solo emozione. Sono molto felice per il gol, nient’altro». Il c.t. svizzero Vladimir Petkovic: «Dovremmo concentrarci su questo sport, un bellissimo gioco che unisce le persone». La federazione svizzera: «Il gesto poteva essere evitato, ma adesso non se ne faccia un caso politico». A 24 ore dalla partita, la Fifa ha aperto un procedimento disciplinare contro Xhaka, Shaqiri e e anche contro il c.t. della Serbia. Arriveranno sanzioni? Di certo la federazione non gradisce la commistione tra calcio e politica ma il desiderio a volte è utopia. Questo è il Mondiale, qui c’è tutto: vittoria e sconfitta, guerra e pace.