La Gazzetta dello Sport

La qualità croata alla lunga paga e gli inglesi evaporano

●La svolta nella ripresa con la spinta di Perisic a sinistra e un centrocamp­o in cui Brozovic ha fatto da perno centrale

- Andrea Schianchi

La forza della Croazia sta in mezzo al campo, proprio lì nel triangolo formato da Rakitic, Brozovic e Modric. E allora il c.t. inglese Southgate studia la mossa per inaridire la fonte di gioco nemica. Come uno scacchista sposta le pedine, ordina a Dele Alli di seguire Modric, chiede a Henderson di rimanere bloccato davanti alla difesa in modo da fungere da schermo e utilizza Lingard per impegnare Rakitic e per attaccare alle spalle Strinic. Il canovaccio sembra perfetto, almeno stando a ciò che si vede nel primo tempo quando la Croazia è lenta, macchinosa e prevedibil­e. In particolar­e i tre centrocamp­isti si muovono troppo in orizzontal­e e non tentano mai l’azione d’inseriment­o. L’Inghilterr­a, al contrario, aggredisce e riparte, non butta via il pallone e cerca sempre il dialogo stretto tra le linee del nemico.

DISPOSIZIO­NE Con il passare dei minuti, tuttavia, la maggiore qualità tecnica dei croati si fa sentire. Se Perisic sale in cattedra sulla fascia sinistra, e oltre al gol del pareggio confeziona diverse occasioni di pericolo, Modric e Rakitic si dispongono in modo tale da non dare punti di riferiment­o agli inglesi. In pratica: Brozovic come perno centrale, Rakitic sulla stessa linea ma leggerment­e spostato a sinistra, e Modric decisament­e più avanzato sulla destra. Questo disegno manda in tilt l’Inghilterr­a: Dele Alli è costretto ad agire da mediano puro (che non è il suo mestiere), Lingard è solo ad attaccare sul settore destro e Henderson non ha compagni attorno da servire. Ovvio che il comando delle operazioni passi alla Croazia che gestisce il possesso, detta i tempi, si chiude a riccio e vola in contropied­e.

ERRORE Alla lunga all’attacco inglese mancano i rifornimen­ti necessari. Dalle fasce arrivano pochissimi cross, le «imbucate» centrali sono quasi sempre preda della coppia Lovren-Vida, quando non ci mette il piedone Brozovic, e non c’è nella nazionale di Southgate l’uomo-fantasia in grado di stravolger­e il corso della sfida. Inoltre, cosa tutt’altro che da sottovalut­are, se una difesa con tre centraloni non si accorge dell’arrivo di Perisic in occasione del primo gol croato e si dimentica di seguire Mandzukic sulla rete decisiva, allora c’è qualcosa che si è inceppato nei meccanismi di gioco. D’accordo la stanchezza, d’accordo la tensione, ma come possono uomini di esperienza del calibro di Stones, Walker e Maguire lasciare a Mandzukic lo spazio per lo scatto e per il tiro letale? In area di rigore, difesa a tre o a quattro che sia, si deve marcare. E se non si marca non si arriva alla finale del Mondiale.

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