La qualità croata alla lunga paga e gli inglesi evaporano
●La svolta nella ripresa con la spinta di Perisic a sinistra e un centrocampo in cui Brozovic ha fatto da perno centrale
La forza della Croazia sta in mezzo al campo, proprio lì nel triangolo formato da Rakitic, Brozovic e Modric. E allora il c.t. inglese Southgate studia la mossa per inaridire la fonte di gioco nemica. Come uno scacchista sposta le pedine, ordina a Dele Alli di seguire Modric, chiede a Henderson di rimanere bloccato davanti alla difesa in modo da fungere da schermo e utilizza Lingard per impegnare Rakitic e per attaccare alle spalle Strinic. Il canovaccio sembra perfetto, almeno stando a ciò che si vede nel primo tempo quando la Croazia è lenta, macchinosa e prevedibile. In particolare i tre centrocampisti si muovono troppo in orizzontale e non tentano mai l’azione d’inserimento. L’Inghilterra, al contrario, aggredisce e riparte, non butta via il pallone e cerca sempre il dialogo stretto tra le linee del nemico.
DISPOSIZIONE Con il passare dei minuti, tuttavia, la maggiore qualità tecnica dei croati si fa sentire. Se Perisic sale in cattedra sulla fascia sinistra, e oltre al gol del pareggio confeziona diverse occasioni di pericolo, Modric e Rakitic si dispongono in modo tale da non dare punti di riferimento agli inglesi. In pratica: Brozovic come perno centrale, Rakitic sulla stessa linea ma leggermente spostato a sinistra, e Modric decisamente più avanzato sulla destra. Questo disegno manda in tilt l’Inghilterra: Dele Alli è costretto ad agire da mediano puro (che non è il suo mestiere), Lingard è solo ad attaccare sul settore destro e Henderson non ha compagni attorno da servire. Ovvio che il comando delle operazioni passi alla Croazia che gestisce il possesso, detta i tempi, si chiude a riccio e vola in contropiede.
ERRORE Alla lunga all’attacco inglese mancano i rifornimenti necessari. Dalle fasce arrivano pochissimi cross, le «imbucate» centrali sono quasi sempre preda della coppia Lovren-Vida, quando non ci mette il piedone Brozovic, e non c’è nella nazionale di Southgate l’uomo-fantasia in grado di stravolgere il corso della sfida. Inoltre, cosa tutt’altro che da sottovalutare, se una difesa con tre centraloni non si accorge dell’arrivo di Perisic in occasione del primo gol croato e si dimentica di seguire Mandzukic sulla rete decisiva, allora c’è qualcosa che si è inceppato nei meccanismi di gioco. D’accordo la stanchezza, d’accordo la tensione, ma come possono uomini di esperienza del calibro di Stones, Walker e Maguire lasciare a Mandzukic lo spazio per lo scatto e per il tiro letale? In area di rigore, difesa a tre o a quattro che sia, si deve marcare. E se non si marca non si arriva alla finale del Mondiale.