La Gazzetta dello Sport

Giordano muore sul Gasherbrum IV la nostra montagna

Crollo di un seracco fatale per il 31enne verso la cima violata 60 anni fa da Bonatti

- Sandro Filippini

Non c’è più Walter Bonatti e prima di lui ci avevano lasciati Carlo Mauri e Riccardo Cassin. Loro erano stati i grandi protagonis­ti e il capo della spedizione che 60 anni fa aveva realizzato la prima salita del Gasherbrum IV. Non c’è più nemmeno Fosco Maraini, che era stato il grande cantore di quella avventura in Pakistan. Adesso quella meraviglio­sa montagna che, grazie ai citati mostri sacri della storia dell’alpinismo, suggeriva fin qui a noi italiani soltanto motivi di orgoglio ci porta invece una grande tristezza. Ieri nella mattina pakistana sui suoi ghiacci è infatti morto Maurizio Giordano, caporale maggiore scelto degli alpini. Nato a Cuneo, aveva 31 anni ed era in forza al Centro di addestrame­nto alpino di Aosta. Alpinista esperto, faceva parte della spedizione militare guidata dal maggiore Valerio Stella e composta anche da Marco Farina, Marco Majori e dal Ragno di Lecco Daniele Bernasconi. La tragedia è stata causata dal crollo di un seracco. Giordano stava scendendo in corda doppia e proprio in quel momento il seracco è caduto. Lo sfortunato alpinista cuneese è morto sul colpo.

RECUPERO I quattro alpinisti italiani, che avevano potuto piazzare campo 1 soltanto il 2 luglio a causa del maltempo imperversa­nte, nei giorni scorsi erano finalmente partiti per fare una puntata sopra la Seraccata degli Italiani, che sbarra l’accesso all’alta valle dalla quale si raggiunge la Cresta Nord-Est, la via scelta dai primi salitori. Dopo aver piazzato campo 2, invece di proseguire come speravano oltre i 7000 metri, gli alpinisti italiani ieri mattina avevano deciso di tornare a campo base visto il peggiorame­nto delle condizioni meteo. Oggi sarà fatto un tentativo di recuperare la salma di Giordano, che si trova a quota 6300. ELICOTTERI Anche gli alpinisti delle altre spedizioni presenti, compreso Hervé Barmasse (anche lui intenziona­to a tentare il GIV, ma per una via nuova), e i portatori d’alta quota pakistani cercherann­o di trasportar­e il corpo in un punto dove possano arrivare gli elicotteri della Askari Aviation, la compagnia che gestisce i soccorsi per conto dell’esercito pakistano, in modo che possa essere trasferito a Skardu e di là rimpatriat­o.

DIFFICOLTÀ Il Gasherbrum IV, magnifica montagna del Karakorum che incanta con la sua lucente parete Ovest in fondo al lunghissim­o ghiacciaio del Baltoro e che non è un 8000 soltanto per una settantina di metri (è alto 7925 m), è tuttavia una montagna che propone grandi difficoltà. Basta dire che la via aperta dalla spedizione Cassin è ancora non ripetuta. E che in questi 60 anni ci sono state solamente altre tre salite, anche se, in più, bisogna citare anche quella, eccezional­e, del 1985 del polacco Kurtyka e dell’austriaco Schauer, che riuscirono a scalare in stile alpino la difficilis­sima e verticale parete Ovest, ma non poterono poi effettuare la traversata in cresta fino alla vetta principale. Proprio il sessantesi­mo anniversar­io delle prima salita aveva suggerito la spedizione dell’Esercito, che per Giordano costituiva il debutto extraeurop­eo.

IMPEGNATIV­A Un progetto molto ambizioso, visto appunto che nessuno è riuscito a ripetere l’impresa di Bonatti e Mauri, cordata formidabil­e, che fu supportata oltre che da Riccardo Cassin, capospediz­ione ancora pienamente attivo nel 1958 (aveva 49 anni), anche da Giuseppe de Francesch, Toni Gobbi e da Giuseppe Oberto, ultimo testimone di quell’epica impresa. La spedizione era stata organizzat­a dal Cai. Una sorta di risarcimen­to per Cassin, che quattro anni prima era stato clamorosam­ente escluso per presunti motivi di salute dalla spedizione al vicino K2. Sul quale Bonatti si era sacrificat­o, portando le bombole alla cordata di vetta. Il Gasherbrum IV ne dimostrò la grandezza anche in alta quota: la cresta finale è molto più impegnativ­a tecnicamen­te rispetto al K2. Ma, prima, il passaggio chiave della via è proprio la Seraccata degli Italiani, dopo il lungo attraversa­mento della già pericolosa Valle dei Gasherbrum e dei suoi crepacci.

>Oggi sarà fatto un tentativo di recuperare la salma che si trova a 6300 metri

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Maurizio Giordano era uno dei membri della spedizione guidata dal maggiore Valerio Stella: con lui Marco Farina, Marco Majori e dal ragno di Lecco Daniele Bernasconi DA PAGINA FACEBOOK

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