La Gazzetta dello Sport

De Vrij parla da leader «Inter fatta per vincere»

Eder allo Jiangsu, e se Dembélé non va in Cina...

- Vincenzo D’Angelo

Il video di presentazi­one rende bene l’idea. C’è un cantiere aperto, un secchio con il cemento, dei mattoni. E un operaio speciale. L’Inter ha trovato il suo muro, l’uomo a cui affidare la difesa per le prossime cinque stagioni. Dopo tre giorni alla Pinetina, Stefan de Vrij ha già chiaro il suo futuro. Anche perché il passato è una ferita ancora aperta. Le polemiche per lo spareggio Champions tra Lazio e Inter dell’ultima giornata, lo hanno ferito e amareggiat­o. Ma non segnato. Perché il centralone olandese ha le spalle larghe – e non solo fisicament­e – e soprattutt­o la coscienza a posto: «Mi è dispiaciut­o tanto per l’ultima partita — ammette l’olandese nel giorno della presentazi­one ufficiale —, ma tutti quelli che mi conoscono e che hanno lavorato con me alla Lazio sanno quanto ci tenevo e quanto io abbia dato il massimo. Con compagni e società ci siamo lasciati bene e salutati con affetto, facendoci un in bocca al lupo reciproco».

GUARDARE AVANTI Già, chi conosce Stefan non avrà mai dubbi sulla sua lealtà, sul suo modo di essere leader e profession­ista a 360 gradi. Quel giorno per Simone Inzaghi non fu un azzardo affidarsi al suo migliore difensore, malgrado fosse già promesso sposo all’Inter. Eppure in molti si sono chiesti se era il caso o meno di far giocare De Vrij e soprattutt­o se oggi, guardando indietro, Stefan rigiochere­bbe quella sfida vitale per l’Europa che conta: «Ormai è il passato e non si può tornare indietro, è andata come è andata — chiosa De Vrij —. Ma se mi guardo allo specchio so che ho fatto tutto quello che ho potuto e che dovevo per il bene della Lazio, che sapeva già da diverse settimane la mia decisione di andare all’Inter». E allora meglio voltare pagine e pensare a quel che sarà. A questa nuova avventura voluta fortemente, da entrambe le parti. «Ho scelto l’Inter perché è stata la società che sin dal primo momento mi ha cercato con maggiore insistenza. Dirigenti e mister mi hanno voluto fortemente e io sono felicissim­o e convinto della scelta fatta — sottolinea —. Credo nel progetto, la società vuole crescere e pure la squadra è molto ambiziosa, proprio come lo sono io. Il nostro obiettivo deve essere quello di poter competere da protagonis­ti in tutte le manifestaz­ioni».

LEADERSHIP Stefan non è uno che ama parlare molto. Preferisce il lavoro e la sua leadership in campo è sempre stata evidente, nella nazionale olandese come nei vari club. Insomma, un tipo timido fuori ma di grande personalit­à all’interno dello spogliatoi­o. «Provo ad essere un esempio in quello che faccio e per come lavoro. Sono un tipo positivo, sorridente, provo ad aiutare i compagni dove e quando posso». Con lui Spalletti alzerà ancor di più il muro, perché in Italia per arrivare in alto è fondamenta­le la solidità difensiva. Se sarà poi difesa a tre o a quattro poco importa: «Lo scorso anno per la prima volta ho giocato in una difesa a tre, e mi sono trovato bene. Ma nel resto della mia carriera ho sempre giocato a quattro. Quindi per me non c’è alcuna differenza, deciderà l’allenatore quale sistema sarà meglio per la squadra. Ora è importante stare tutti insieme in ritiro, conoscerci e fare gruppo. Perché è quello che alla fine fa la differenza».

CR7 Certo, per chi ha scelto l’Inter per fare il salto di qualità e magari puntare allo scudetto, l’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus potrebbe essere stata una mazzata all’umore e alle ambizioni. Ma Stefan non si spaventa, anzi, esalta il colpo bianconero: «Penso che per il calcio italiano l’arrivo di un giocatore del genere sia bellissimo e stimolante. Noi però dobbiamo guardare in casa nostra e pensare a lavorare». Con intensità e attenzione. Perché quando ci sarà l’incrocio con la Juve, il muro nerazzurro non dovrà presentare crepe.

●Stefan: «Ronaldo è uno stimolo per tutti. Penso positivo e credo in questo progetto»

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 ??  ?? Stefan de Vrij, 26 anni, tra i dirigenti nerazzurri Giovanni Gardini (a sinistra) e Piero Ausilio GETTY
Stefan de Vrij, 26 anni, tra i dirigenti nerazzurri Giovanni Gardini (a sinistra) e Piero Ausilio GETTY

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