La Gazzetta dello Sport

I «rimpianti» di Cavani e la classe di Modric

●Tanta Francia nella nostra top 11, fuori Ronaldo e Messi, mentre fra le stelle annunciate non «tradisce» il belga Hazard

- Fabio Bianchi INVIATO A MOSCA

Un matador, dei duellanti, uno sfrontato, «un italiano» sorprenden­te e solo una spruzzata di uomini annunciati. Con tanto blu, ovvio, e il più bravo di tutti a comandare. La Top11 finale di Russia 2018 è variegata, come lo è stato questo Mondiale, per certi versi spettacola­re, stupefacen­te ma non bellissimo dal punto di vista qualitativ­o. Il fatto che tra i migliori manchino le super stelle Messi e Ronaldo è indicativo. Ci ha pensato Luka Modric a prendere il comando del dream team. Il croato è stato un gigante in campo: ha trascinato la Croazia in finale. Ha mostrato come si può essere al contempo deliziosam­ente tecnici e maratoneti. E’ stato il Golden Ball del Mondiale per la Fifa, magra consolazio­ne: ha perso la sua prima e ultima occasione per la vetta del mondo, dove avrebbe avuto parecchie chance di acciuffare anche il Pallone d’oro. Quello per cui corre ora Antoine Griezmann. Il Piccolo Diavolo è stato l’uomo più decisivo della fenomenale truppa di Deschamps. Implacabil­e dal dischetto, velenoso nelle ripartenze, chirurgico negli assist. L’uomo che risolveva i problemi. Della Francia campione abbiamo scelto anche Varane, Pogba e Mbappè. Il centrale del Real Madrid è l’eleganza fatta difensore, corretto e preciso, degno erede di Blanc. Il polpo Paul (al quale Matuidi ha suggerito: «Torna alla Juventus») ha finalmente espresso il suo potenziale di tecnica, balistica, forza fisica e ha messo il tutto al servizio della squadra. Giusto che sia a fianco di re Modric. Infine Mbappè. Beh il figlio del vento è una delizia da vedere, è l’astro nascente. E anche se non è stato continuo, merita un posto nel tridente offensivo. Tra lui e Grisù si piazza un altro top del torneo: Eden Hazard, sempliceme­nte fantastico. Curiosi di vedere come lo sfrutterà Maurizio Sarri. Davanti, entra di prepotenza il Matador. Edinson Cavani ha fatto un campionato strepitoso, segnato uno dei gol più belli di Russia e chissà se per la Francia sarebbe stato così facile se ci fosse stato a lottare con l’Uruguay. Meglio lui di Kane, partito come un uragano, e che si è spento quando il gioco si è fatto duro. Meglio di lui anche Dzyuba.

GRUPPO SORPRESA In difesa, a fianco di Varane mettiamo Vida, tra i migliori anche in finale: una tigre dietro, pericoloso davanti, segna il gol del pari che porta la Croazia ai rigori con la Russia. Giusto perché è andato lontano, mette in panchina la vera rivelazion­e, Yerry Mina, tre gol con la Colombia e una sicurezza impression­ante per avere 20 anni. Al Barcellona elemosina spiccioli di gara. Mah. A destra c’era l’imbarazzo della scelta: Meunier, Vrsaliko, Arias, Mario Fernandes, Trippier. Vince quest’ultimo per la sua precisione alla Beckham nei cross e nelle punizioni e per rappresent­are la buona Inghilterr­a. A sinistra invece non c’era molta scelta: la spunta il genoano Laxalt, uno dei punti di forza dell’Uruguay. Infine la porta, ed ecco i duellanti. L’impeccabil­e Courtois titolare, unico portiere top a non essere incappato in papere (vero Lloris, Subasic, De Gea...?) e in panca quello deriso: «Pickford? Troppo piccolo per alti livelli». E l’inglese, eccetto la finale per il 3° posto, lo ha smentito alla grande. Reattivo e guizzante, ha parato di tutto. Pure bravo coi piedi. Una sorpresa, come questo Mondiale.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy