L’Avellino ci prova Oggi il ricorso «Siamo in regola»
●Il legale Chiacchio difenderà il club davanti al Coni E parte una missione biancoverde per Bucarest
Una città di 55mila abitanti, una provincia di 430mila persone, un’angoscia in cui si riconoscono e si tormentano tutti. Non si parla d’altro, non si pensa ad altro. «Salviamo l’Avellino», è la missione di ogni tifoso, non soltanto dei contestatori di Taccone, che – dicono con livore crescente – è rimasto a struggersi davanti al mare di Agropoli. Missione affidata a furor di popolo all’avvocato Eduardo Chiacchio. Sarà lui a difendere il club dinanzi al Collegio di Garanzia del Coni. C’è un popolo di tifosi angosciati e novelli economisti, per i quali tra «solvibilità» e «rating» non c’è poi tutta questa differenza, anzi in fondo – si e ti chiedono – non sono la stessa cosa? Non hanno tutti i torti: la solvibilità è la capacità di far fronte agli impegni finanziari assunti, il rating è la valutazione della qualità e dell’indice di affidabilità dei titoli emessi da una società, da un’impresa o da uno Stato. In soldoni, «fotografano» entrambi la solidità finanziaria. Il guaio, per l’Avellino, è che le licenze nazionali non si rilasciano in soldoni, ma nel rispetto dei criteri e dei termini fissati dalla Figc, tra i quali all’atto dell’iscrizione al campionato di B c’è l’obbligo di depositare la fideiussione di una banca o di una società di assicurazioni «provvista di rating». La Onix Asigurari S.A., società assicurativa romena, non ne è provvista. La mancanza ha inguaiato l’Avellino e avrebbe finito per inguaiare pure il Bari, se per il club di Giancaspro – che in queste ore ha fatto pervenire al commissario Fabbricini un’inusuale istanza di riammissione – la fideiussione non fosse stata l’ultimo dei problemi. L’Avellino, invece, ha sbattuto qui. E infatti, a cavallo della scadenza dei termini, ha provato in tutti i modi a depositarne una seconda (anche questa contestabile) e una terza, buona. Ma fuori tempo massimo per la Covisoc. Il motivo della bocciatura e ora la speranza di essere riammessi convivono nelle carte che la Onix Asigurari produrrà per dimostrare la propria affidabilità. Motivo per cui ieri sono partiti per Bucarest un delegato dell’Avellino e un collaboratore dello studio Chiacchio. La Onix, ha già spiegato Taccone, non ha rating ma un regolare indice di solvibilità, che sembrerebbe pari o addirittura superiore al valore espresso dal rating. Il ricorso, che sarà depositato entro stasera, dovrà contenere elementi sufficienti a convincere i giudici del Coni che la solidità finanziaria della società romena è ugualmente dimostrata, pur se sprovvista di rating.
SOVRANNUMERO? I tempi, ovviamente, rischiano di mandare in palla il sistema. L’udienza Avellino, infatti, non si celebrerà prima di 8-10 giorni, comunque dopo la chiusura dei termini per le domande di ripescaggio, che in B riempiranno le caselle di Bari, Cesena ed Avellino. La difesa degli irpini ne è consapevole e infatti nel ricorso chiederà la riammissione» «anche in sovrannumero». Con il rischio che al prossimo campionato di B partecipino 23 squadre. Sarebbe un paradosso, in tempi in cui tutti invocano la riduzione delle società professionistiche.
GUERRA DI RICORSI E rischia di diventare paradossale anche la situazione di tutte quelle società che hanno ottenuto la licenza con una fideiussione della Finworld Spa, la società di intermediazione finanziaria successivamente inibita a operare da Bankitalia. Oltre all’Avellino e al Palermo in B, la questione riguarda una decina di club in C: regolarmente ammessi al campionato, ma nelle prossime ore dovrebbero ricevere da Figc e Lega Pro la richiesta di trovare e presentare in dieci giorni delle garanzie alternative. Non è un’impresa facile, cosa gli accadrà se non le troveranno? L’impressione è che siamo solo all’inizio di una guerra di ricorsi e controricorsi. La Ternana oggi depositerà il suo alla Corte federale d’appello contro la riammissione del Novara (e del Catania) ai ripescaggi. Nelle prossime ore seguiranno quelli di Siena e Pro Vercelli. Auguri.
>La difesa chiederà la riammissione in sovrannumero: si rischia una B con 23 squadre