Florenzi core de Roma «Meglio l’amore dei soldi»
●Il jolly ha rinnovato fino al 2023: «So che qualcuno non sarà felice ma voglio essere un esempio per tutti. Se serve faccio pure il portiere»
Lo sketch con la firma di un contratto posticcio va in onda sull’account Twitter del club e finisce proprio così, con un «lo giuro, me possino cecamme». Che poi in dialetto romano non vuol dire altro che «possa diventare cieco se non è vero». Ecco, Alessandro Florenzi in quel contratto si impegna in tante cose (come correre, sudare e fare gol, anche quelli brutti), esattamente come tante cose le ha dette ieri sera a Boston, nel commentare l’ufficialità del suo rinnovo. Questa volta per un contratto vero, quello che legherà il jolly giallorosso alla Roma fino al 2023, con un ingaggio di 2,8 milioni di euro a stagione più bonus. Un contratto voluto e discusso, per alcuni versi, con tanto di contestazione di alcuni tifosi a Latina (durante la prima amichevole stagionale), con i cori «Florenzi trenta denari» e «Togliti la fascia» che certo non hanno aperto il cuore di Alessandro.
LO SFOGO Ieri Florenzi è andato subito dritto al cuore della vicenda, senza se e senza ma. «È un giorno felice e voglio abbracciare idealmente tutti i tifosi che lo sono con me – ha detto il giocatore –. So che ce ne sono altri che non sono contenti, perché pensano che questo rinnovo non lo meriti e sto già lavorando per fargli cambiare idea, a livello di prestazioni. E poi, invece, ci sono quelli a cui a prescindere dal campo non va bene che porti questa maglia. Sono state dette e fatte cose che mi hanno fatto male, ma che mi hanno insegnato tanto. Nella mia vita ho sempre cercato di piacere a tutti, questa vicenda mi ha fatto capire che non ci si può riuscire. So che non ho le stesse qualità di Totti, giustamente non mi viene riconosciuta la stessa visceralità e la stessa passione di De Rossi. Ma chi vede Francesco e Daniele come un ingombro per il mio presente e futuro si sbaglia, perché loro due prima di tutto sono degli amici che mi hanno insegnato tanto, a iniziare dal fatto di dare tutto per questa maglia. Cosa che dentro di me penso di aver sempre fatto, a volte anche troppo, nel senso che ho messo il cuore oltre la ragione. Quando c’era da fermarsi, per esempio, non l’ho fatto e la cosa mi ha danneggiato e per alcuni mesi non mi ha fatto giocare con questa maglia». Il riferimento è esplicito, alla seconda rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro. Ma non è finita, poi Florenzi ci torna su: «Perché non piaccio non lo so, forse ha inciso quel Roma-Sampdoria dove potevo portare la squadra un po’ più verso la curva, ma sotto non si poteva, era vietato dalle regole. Però non penso sia questo il motivo dominante. Vedremo ora come si comporteranno quei tifosi dopo quello che ho dimostrato».
L’ETERNITÀ Già, perché alla fine Florenzi ha messo da parte le offerte di Inter e Juventus (circa 4 milioni a stagione) per legarsi alla Roma. A modo suo. «Eternamente alla città eterna – continua – È stata una trattativa lunga, sul piatto della bilancia da una parte avevo più soldi, dall’altro un piatto meno pieno ma dove c’erano anche l’amore per la città e per la maglia. E per me la scelta è stata molto semplice». Ecco, Alessandro spera che sia proprio tutto ciò a far cambiare idea a chi lo ha considerato un mercenario. Perché il desiderio è sempre stato di restare giallorosso, dove è nato e cresciuto. «Sono entrato a Trigoria che ero un bimbo con un sogno e ora quel sogno lo vivo in carne e ossa. Il ruolo non è un problema, se serve faccio anche il portiere o il magazziniere. Quel che conta è che ora ho voglia di essere un esempio per tutti». Quello che vuole anche il d.s. Monchi: «Sono felice, uno dei nostri figli resta qui con noi. Non è stata una trattativa facile, ma entrambi volevamo la stessa cosa. La Roma è qualcosa di diverso e Florenzi può aiutare chi verrà a capirla».
«Sono state dette cose che mi hanno fatto male, per questa maglia ho sempre messo il cuore oltre la ragione»