Le frustrazioni di Mourinho inquietano tutto lo United
●José si lamenta di rosa e mercato: cala il grande freddo con la squadra e la società
Temperature polari in casa United, nonostante l’estate torrida. Il grande freddo tra José Mourinho e i Red Devils è esploso durante il tour americano, chiuso con un solo successo dei Manchester in cinque partite. «Non conta nulla», ha dichiarato Mou dopo il 2-1 al Real Madrid. Vero, il calcio d’estate deve essere preso con le pinze. Ma i campanelli d’allarme, specialmente quelli a livello ambientale, non vanno sottovalutati. Lo Special One – che qualcuno in Inghilterra comincia a chiamare Powerless One per sottolineare la frustrazione di un manager che non riesce più a essere determinante come in passato – non è contento della situazione e non fa nulla per nasconderlo. La prima spina riguarda il mercato: Mourinho ha presentato un elenco di cinque nomi a Ed Woodward, il vicepresidente esecutivo dello United, per ottenere due acquisti entro il 9 agosto, vigilia dell’esordio nella Premier contro il Leicester City.
A SECCO Non è arrivato ancora nessuno, né il centrale difensivo (Maguire, Mina), né l’esterno offensivo (Perisic, Willian) richiesti. Sbaglia chi pensa che in casa United si siano chiusi i cordoni della borsa, dal momento che sono già stati spesi più di 80 milioni di euro, 59 dei quali per il brasiliano Fred. Ma un colpo solo, evidentemente, non basta. Certamente non al tecnico, la cui insoddisfazione ha trovato sfoghi che in passato non gli appartenevano. Non si parla degli screzi con gli altri tecnici, una costante dell’approccio mouriniano (l’ultimo con il quale si è beccato è stato Klopp), quanto con le critiche ai propri giocatori. Sembrano lontani i tempi in cui Wesley Sneijder dichiarava che sarebbe stato pronto a morire per il proprio allenatore. Oggi è difficile che i vari Pogba e Martial la pensino allo stesso modo. Il primo ha polemizzato indirettamente con Mou dopo la vittoria al Mondiale, torneo disputato alla grande, in netto contrasto con la difficile stagione (panchina compresa) allo United. Il contrasto più duro Mou l’ha però avuto con Martial, multato per essersi aggregato in ritardo dopo il permesso per assistere alla nascita del figlio («mi dispiace ma la mia famiglia sarà sempre più importante di tutto», la replica via social dell’attaccante). Nel bersaglio del tecnico sono finiti anche il capitano Valencia, accusato di essere fuori forma, e la classe media della squadra («come può Sanchez essere contento di chi ha attorno in campo?»). Non è finita: Mourinho ha polemizzato con arbitro e assistenti del match contro il Liverpool («arrivano dal baseball») e si è lamentato delle numerose assenze, dovute alle vacanze post-Mondiale. Da Pogba a Lukaku, da Rashford a Lingard fino a Fellaini, senza considerare l’infortunato Matic. Mourinho si appresta a guidare il Manchester per la terza stagione, quella in cui storicamente soffre di più. Nel maggio 2013 chiudendo al Real quella definita dallo stesso Special One «la peggior stagione della mia carriera»; nel dicembre 2015 finendo esonerato dal Chelsea avvelenato dall’affare-Eva Carneiro. Ma in entrambi i casi il portoghese aveva iniziato il campionato da detentore. Con lo United invece riparte da un secondo posto, però a distanza siderale dal City di Guardiola, non solo a livello di punti (19) ma anche per qualità del gioco espresso. Un po’ di nervi a fior di pelle sono quindi anche comprensibili.