La Gazzetta dello Sport

Lopetegui e il suo Real già a rischio pañolada

● Via CR7, forse Modric, mercato immobile. E Julen, subito k.o., chiude l’account twitter

- Adriano Seu

Sono trascorsi poco più di due mesi dalla magica notte di Kiev, ma quell’ennesimo trionfo europeo in casa Real sembra già un ricordo sbiadito. Colpa dell’insoddisfa­zione e del malumore che si respirano nella tifoseria. Ma anche della strisciant­e tensione che monta a Valdebebas e dintorni per un mercato che non decolla e per le numerose gatte da pelare di Julen Lopetegui, catapultat­o in una realtà sicurament­e più complicata di quanto potesse immaginare quando, alla vigilia del debutto al Mondiale, decise di voltare le spalle alla nazionale per accettare la corte di Florentino Perez.

IMMOBILISM­O Chiamato a raccoglier­e la pesante eredità di Zinedine Zidane, capace di conquistar­e 3 Champions consecutiv­e, Lopetegui si è imbattuto in una delle estati più calde e torride degli ultimi anni per i Blancos. Poco dopo il suo sbarco a Madrid ha dovuto digerire l’addio di Cristiano Ronaldo, ma soprattutt­o ha sbattuto contro la (semi)paralisi del mercato merengue che sta generando mugugni e critiche in una tifoseria come da tradizione affamata di grandi nomi. Gli arrivi di Odriozola, Vinicius Jr. e Lunin evidenteme­nte non bastano, tanto che in casa Real si è cercato di rilanciare prepotente­mente l’immagine (e il ruolo) di un Gareth Bale considerat­o fino a pochi mesi fa sacrificab­ile. A tutto ciò, si aggiunge lo scetticism­o generale suscitato dalla pallida prestazion­e e dal k.o. in terra statuniten­se contro il Manchester United nella prima uscita stagionale. Ecco perché non si può certo dire che l’era Lopetegui sia iniziata con il dovuto entusiasmo. Al contrario, il tecnico spagnolo si è evidenteme­nte già reso conto di avere tra le mani una bella patata bollente. A testimonia­rlo, tra le altre cose, la decisione di abbandonar­e i social network e chiudere il proprio account twitter dopo la valanga di insulti ricevuti per un retweet al commento di una tifosa che si lamentava delle insistenti domande dei giornalist­i su CR7. In un clima così teso, Lopetegui ha evidenteme­nte preferito limitare l’esposizion­e mediatica. D’altra parte, basta già l’obbligo di portare subito risultati, che lo espone al rischio di frequenti pañoladas.

EQUIVOCI A complicare ulteriorme­nte il quadro della situazione si aggiunge il delicato equilibrio dello spogliatoi­o, in bilico tra la ricerca di un nuovo leader e il rischio sovraffoll­amento tra i pali con il (quasi) certo arrivo di Courtois che diverrebbe il quinto portiere in rosa insieme a Navas, Casilla, Luca Zidane e Lunin. C’è poi il capitolo Modric, negli ultimi giorni accostato con insistenza all’Inter. La partenza del croato provochere­bbe un terremoto aumentando ulteriorme­nte i malumori dei tifosi. La stessa uscita di ieri di Florentino Perez («costa 750 milioni») dà la dimensione del senso di accerchiam­ento in cui si trova in questo momento la dirigenza madridista. Una volta, ai tempi del Galacticos, le stelle volavano a Madrid come mosche sul miele, adesso invece è il Real che deve preoccupar­si di trattenere i suoi campioni. La sensazione, anzi, qualcosa di più, è che sia finito un ciclo, e che Zidane sia stato il primo a capirlo. AFP

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Julen Lopetegui, 51 anni, spagnolo, allenatore del Real Madrid

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