Lopetegui e il suo Real già a rischio pañolada
● Via CR7, forse Modric, mercato immobile. E Julen, subito k.o., chiude l’account twitter
Sono trascorsi poco più di due mesi dalla magica notte di Kiev, ma quell’ennesimo trionfo europeo in casa Real sembra già un ricordo sbiadito. Colpa dell’insoddisfazione e del malumore che si respirano nella tifoseria. Ma anche della strisciante tensione che monta a Valdebebas e dintorni per un mercato che non decolla e per le numerose gatte da pelare di Julen Lopetegui, catapultato in una realtà sicuramente più complicata di quanto potesse immaginare quando, alla vigilia del debutto al Mondiale, decise di voltare le spalle alla nazionale per accettare la corte di Florentino Perez.
IMMOBILISMO Chiamato a raccogliere la pesante eredità di Zinedine Zidane, capace di conquistare 3 Champions consecutive, Lopetegui si è imbattuto in una delle estati più calde e torride degli ultimi anni per i Blancos. Poco dopo il suo sbarco a Madrid ha dovuto digerire l’addio di Cristiano Ronaldo, ma soprattutto ha sbattuto contro la (semi)paralisi del mercato merengue che sta generando mugugni e critiche in una tifoseria come da tradizione affamata di grandi nomi. Gli arrivi di Odriozola, Vinicius Jr. e Lunin evidentemente non bastano, tanto che in casa Real si è cercato di rilanciare prepotentemente l’immagine (e il ruolo) di un Gareth Bale considerato fino a pochi mesi fa sacrificabile. A tutto ciò, si aggiunge lo scetticismo generale suscitato dalla pallida prestazione e dal k.o. in terra statunitense contro il Manchester United nella prima uscita stagionale. Ecco perché non si può certo dire che l’era Lopetegui sia iniziata con il dovuto entusiasmo. Al contrario, il tecnico spagnolo si è evidentemente già reso conto di avere tra le mani una bella patata bollente. A testimoniarlo, tra le altre cose, la decisione di abbandonare i social network e chiudere il proprio account twitter dopo la valanga di insulti ricevuti per un retweet al commento di una tifosa che si lamentava delle insistenti domande dei giornalisti su CR7. In un clima così teso, Lopetegui ha evidentemente preferito limitare l’esposizione mediatica. D’altra parte, basta già l’obbligo di portare subito risultati, che lo espone al rischio di frequenti pañoladas.
EQUIVOCI A complicare ulteriormente il quadro della situazione si aggiunge il delicato equilibrio dello spogliatoio, in bilico tra la ricerca di un nuovo leader e il rischio sovraffollamento tra i pali con il (quasi) certo arrivo di Courtois che diverrebbe il quinto portiere in rosa insieme a Navas, Casilla, Luca Zidane e Lunin. C’è poi il capitolo Modric, negli ultimi giorni accostato con insistenza all’Inter. La partenza del croato provocherebbe un terremoto aumentando ulteriormente i malumori dei tifosi. La stessa uscita di ieri di Florentino Perez («costa 750 milioni») dà la dimensione del senso di accerchiamento in cui si trova in questo momento la dirigenza madridista. Una volta, ai tempi del Galacticos, le stelle volavano a Madrid come mosche sul miele, adesso invece è il Real che deve preoccuparsi di trattenere i suoi campioni. La sensazione, anzi, qualcosa di più, è che sia finito un ciclo, e che Zidane sia stato il primo a capirlo. AFP