LE BIG D’ITALIA PUNTANO AL TUTTO E SUBITO
Juve, Napoli, Milan e Inter si rinforzano con campioni affermati
La Juve mette nel motore i cilindri di Cristiano Ronaldo (anni 33) e l’esperienza di Bonucci (anni 31) per puntare all’obiettivo Champions. L’Inter, per contrastare il dominio bianconero e giocarsela alla pari con i grandi in Europa, investe su Nainggolan (anni 30) e valuta l’operazione Modric (anni 33 a settembre). Il Napoli va sul sicuro e, volendo consolidare il ruolo di seconda forza del campionato e valorizzare i tanti talenti della rosa, punta sull’allenatore che ha vinto più trofei continentali e che, nell’ultimo periodo, ha gestito con saggezza gli spogliatoi più bollenti d’Europa: Carlo Ancelotti. Lo stesso Milan, investendo su Higuain (31 anni a dicembre), certifica il fallimento dell’operazione André Silva (23 anni) e l’inadeguatezza di un attaccante come Cutrone, che è sì bravo, ma non basta se si vuole lottare ad alto livello.
Mosse logiche che si spiegano con un’inversione di tendenza dei top club: non c’è tempo per il lungo progetto, gli obiettivi devono essere centrati nello spazio di un anno, due al massimo, e allora è necessario avere nei ruoli-chiave uomini pronti, navigati, abituati alle pressioni e alle tensioni, abili quando c’è bonaccia e pure quando il mare è agitato. In sostanza: la stagione degli esperimenti, dei giovani che vanno lasciati crescere senza caricarli di troppe responsabilità (discorso valido sia per i giocatori sia per gli allenatori), sembra al capolinea. Dopo anni di programmazioni, più o meno razionali e redditizie, dopo tante parole spese sull’importanza dei vivai, è come se una scossa elettrica avesse percorso i corpi dei dirigenti italiani: il risultato diventa il centro di ogni discorso e, per raggiungerlo, si cambia strada nella consapevolezza che i tifosi, più che ai talentini che fanno bene una partita e ne sbagliano due, si affezionano ai campioni che regalano gol e vittorie. Anche se questi campioni sono stagionati e magari non garantiscono prestazioni «a lunga scadenza». Se, dopo sette scudetti consecutivi, la Juve strappa al Real Madrid il numero uno al mondo, significa una sola cosa: l’obiettivo principale non è vincere l’ottavo titolo, ma la Champions League. E lo scambio Caldara-Bonucci ne è la testimonianza: Allegri non ha tempo per far crescere il giovane ex Atalanta, gli serve uno (Bonucci, appunto) cui dare la maglia e dire «sai quello che devi fare». L’Inter, che negli anni passati si è inspiegabilmente innamorata dei vari Joao Mario e Gabigol (dilapidando un patrimonio), ha capito che per arrivare lontano, al di là degli schemi, dei moduli e delle infinite filosofie di gioco, sono necessari i giocatori. Ecco perché ha scelto elementi di lotta e di governo come Nainggolan e sta provando a piazzare il colpo Modric: gente abituata al fuoco delle grandi sfide, uomini che non hanno bisogno di tempo per adattarsi e integrarsi perché sono già pronti. E il presidente De Laurentiis, confermando in gran parte il gruppo che ha lottato fino all’ultimo con la Juve e cambiando il timoniere della barca, ha lanciato un chiaro messaggio: la squadra c’è, è pronta, e per farla rendere al massimo ha pescato quello che lui ritiene il miglior allenatore del mazzo (Ancelotti). Il tempo della pazienza è davvero finito.