«In cinque anni diventeremo grandi come Sky Sport»
●Il ceo Rushton: «Strategia a lungo termine Questa rivoluzione sarà un bene per i tifosi»
«Sono eccitato da questa avventura italiana e non vedo l’ora di iniziare con il primo evento live». È carico James Rushton, ceo di Dazn. Sono ore febbrili e il gran capo globale della piattaforma streaming è a Milano perché dopo Germania, Giappone, Canada, Austria e Svizzera, adesso tocca all’Italia.
Quali sono le prime sensazioni?
«Il feedback dei clienti e dell’industria è positivo. Penso che la gente stia capendo che quello che stiamo cercando di fare in questo mercato è molto importante».
Quanto è difficile per un’azienda straniera, abituata ad altre dinamiche, stabilirsi in Italia?
«Come gruppo Perform siamo già operativi in questo Paese da diversi anni. Certo, con Dazn è tutto diverso. Si dice che il mercato italiano sia chiuso, che ci sia tanta burocrazia, però noi abbiamo registrato confortanti aperture e stiamo pure dialogando in modo costruttivo con i broadcaster».
La vostra è una strategia a lungo termine. Quando arriverà il ritorno dell’investimento?
«Non bisogna essere un genio in matematica per capire che se si spendono 200 milioni all’anno per i diritti, più lo staff e il marketing, al prezzo di 9,99 euro dovremmo prendere un bel po’ di clienti per far tornare i conti. Siamo molto ambiziosi senza voler sembrare arroganti. Vogliamo essere grandi quanto Sky Sport, ma non dobbiamo avere il loro numero di abbonati domani. I nostri azionisti capiscono che è un viaggio e si tratta di costruire un brand, una clientela. Nel giro di 5 anni vogliamo registrare un ebitda (margine operativo, ndr) significativo».
Cosa vi fa essere confidenti?
«Il 95% degli italiani ha un telefonino, inoltre nelle case ci sono più smart tv (le tv di ultima generazione collegate a Internet, ndr) che abbonamenti al cavo. Insomma, ci sono grandi potenzialità nel consumo digitale. Siamo molto fiduciosi».
Siete consapevoli di questa rivoluzione per le abitudini della gente?
«L’industria, le famiglie, le comunità non devono lottare contro il cambiamento. E il tifoso deve ricordarsi che siamo un’azienda di capitali ma il nostro business è orientato ai fans. Chi non ha mai potuto permettersi una pay tv, ora può guardarsi la Serie A a un prezzo abbordabile e con modalità accessibili e flessibili».
E il doppio abbonamento?
«È ciò che già succede in tanti altri Paesi nel mondo. La Serie A per essere competitiva aveva bisogno di aprire il mercato».
Anche Dazn si gioverà dell’effetto Ronaldo?
«Lo spero. Ronaldo è come Beckham, ha un appeal trasversale in grado di attirare anche chi non è tifoso sfegatato di calcio. La sua presenza fa una differenza enorme: per la Juve, per il campionato, per tutti».